A distanza di cinque anni da ‘Ceremony’ il duo texano sconvolge l’universo dark con un disco che raccoglie un po’ tutti quelli che sono gli impulsi e le influenze che hanno caratterizzato il genere negli ultimi quarant’anni. All’interno di ‘Pendulum’ troverete infatti pezzi gotici che sembrano provenire dalla seconda metà degli anni novanta, arrangiamenti più moderni e ispirati alla recente evoluzione della synthwave ed altri frangenti in cui invece a dominare è la coldwave più cupa (‘Another Life’ e ‘Sanctuary’ su tutte). Ogni pezzo è legato all’altro, ogni singola nota fa parte di una visione che prende spunto anche dal precedente ‘Shadows’, ma si dimostra fin da subito molto più ambiziosa e commerciale. Ovviamente affermando questo non voglio dire che i Twin Tribes domani saranno primi nelle classifiche di mezzo mondo però di sicuro questo è un disco con cui si sono messi parecchio in gioco. Hanno sfidato sé stessi ed il loro songwriting si è fatto più aperto e sensibile alle nuove tendenze. Rispetto a tante uscite derivative, ‘Pendulum’ è in grado di entusiasmare i vecchi fanatici così come coloro che di certa musica non capiscono e niente e magari li hanno conosciuti tramite qualche playlist o imbattendosi in un loro video in rete. Non mi sorprenderei affatto se Luis Navarro e Joel Niño iniziassero a collaborare con diversi artisti di rilievo perché il loro tocco è unico e una produzione di questo tipo non si ascoltava da una vita.