Dopo tanti anni di gavetta, gli australiani sono riusciti a farsi un nome nello scenario metalcore, sia per la capacità di includere nelle proprie canzoni elementi presi in prestito da altri generi sia per un paio di mosse azzeccate. La prima è stata la collaborazione con Courtney LaPlante degli Spiritbox per ‘Contraband’. Quel singolo è stato inserito praticamente in tutte le playlist del mondo e ha acceso i riflettori sulla band guidata da Sean Harmanis. La seconda mossa vincente è stata aggiungere alla line-up Alex Reade (superba in ‘Doomswitch’ e ‘Small Town Syndrome’), che ha fatto parlare di sé per le proprie qualità come musicista ma anche per la sua bellezza ed i tatuaggi nei punti giusti. A distribuire questo omonimo quinto full lenght è SharpTone, etichetta tra gli altri di Bleeding Through e Luna Kills, che in fase di promozione ha lasciato intendere come per i Make Them Suffer si tratti di un nuovo inizio sotto tanti punti di vista. Senza dubbio la produzione è la più coraggiosa e sbilanciata di sempre, il profilo melodico di ‘How To Survive a Funeral’ è stato mantenuto intatto (‘Ghost Of Me’) con invettive symphonic metal e deathcore che alimentano dinamiche ferali e cambi di tempo sussultori. L’ascoltatore sembra essere parte di un videogioco, ma non si ha mai la sensazione che tutto sia finto o di plastica. Al contrario i Make Them Suffer, soprattutto con tracce come ‘Oscillator’ e ‘No Hard Feelings’, hanno saputo distinguersi dalle altre formazioni metalcore australiane puntando su ritmiche moderne, influenze black-death e accenni progressive che non ammorbano mai la scaletta. Eccezionali le prove del chitarrista Nick McLernon e del batterista Jordan Mather (‘Weaponized’ sembra più un clinic che una canzone). Due veri fuoriclasse che hanno contribuito ad alzare il livello tecnico-qualitativo di base di una band che necessitava di pochi ritocchi per diventare grande.