Uno dei progetti più interessanti dell’anno che si è da poco concluso è quello degli ex-Fever 333 Stephen Harrison e Aric Improta che hanno deciso di mettere insieme le loro influenze senza porsi alcun limite. Al loro fianco si è mosso Jordan Fish, ex-Bring Me The Horizon, che li ha aiutati a trovare la loro identità sonora, tra tecnica fuori dal comune e aggressività primordiale, ma soprattutto a produrre un disco dal grande impatto, senza aggiungere alla line-up altri musicisti. Il risultato di questa collaborazione è un mini album di sei tracce che ci auguriamo possa rappresentare il preludio a qualcosa di ancora più ambizioso. Le premesse sono un ibrido tra post-hardcore ed elettronica, con divagazioni promiscue nell’universo hip hop, nel nu metal e pure nell’alternative rock. Le esperienze maturate dal duo, non solo alla corte di Jason Aalon Butler ma anche con The Chariot e Night Verses, non hanno condizionato le scelte, ne hanno semplicemente esaltato l’efficacia. L'aspetto più intrigante di ‘Galore’ è il modo con cui riesce a rimanere compatto e organico a dispetto dei diversi stili. Non importa quanta fusione di generi implichi, ogni canzone sembra comunque esistere nello stesso universo e ciò denota un’alchimia perfetta (‘Fuse’ e ‘Better Off’). La batteria di Improta sprigiona potenza e precisione, mentre la focosa chitarra di Harrison fornisce una solida spina dorsale, anche nelle tracce più sperimentali. ‘Pulling Teeth’ e ‘It’s Supposed To Hurt’ sono ideali per avvicinarsi al progetto senza rimanere subito schiacciati dalla moltitudine di sonorità. Fosse uscito a metà degli anni ‘90 sarebbe stato normale. Adesso, che siamo progrediti in termini tecnologici ma regrediti in quanto a creatività e attitudine, un EP come ‘Galore’ trasmette un’energia incredibile e lascia sperare per il futuro.