Mentre Phil Anselmo scorrazza in tour con i Pantera (alzi la mano chi non ha avuto neppure la tentazione di prendersi i biglietti), giunge nei negozi il “disco d’oro” del supergruppo voluto dal frontman con amici del calibro di Mark Kloeepel (Misery Index) e Adam Jarvis (Pig Destroyer, Lock Up). A completare la line-up sono il chitarrista Derek Engemann, che ricordiamo nei Cattle Decapitation e con Anselmo negli Illegals e John Jarvis, bassista di valore che ha legato il suo nome a Nest e Agoraphobic Nosebleed. Una serie di EP, qualche concerto e soprattutto tante bevute insieme, anche in onore dei “vecchi” Down, hanno reso elettrizzante il processo alla base di questo esordio su lunga distanza che non aggiunge nulla alla discografia di Anselmo, ma ha il pregio di lasciare emergere la sua attitudine underground ed il sound più putrido di sempre e riesce in ogni caso a distinguersi nel catalogo recente di Nuclear Blast. A tratti gli Scour sembrano un gruppo black metal tanto è grezzo il loro approccio esecutivo/compositivo (‘Serve’), la palude è dietro l’angolo e certe ritmiche sembrano fatte apposta per far saltare in aria gli amplificatori. Dennis Israel (Amon Amarth) si deve essere divertito come un matto a mixare questo lavoro in cui spiccano ‘Blades’, ‘Ornaments’ e ‘Contaminated’. Siamo al cospetto dell’ibrido perfetto tra grindcore, crust, death e sludge con riff giganteschi, stacchi di batteria da perderci la testa e sporcizia ovunque. Tutto il resto non ha alcuna importanza.