Magnús Örn Thorlacius dei Vio torna con un terzo lavoro solista che possiede sostanzialmente due anime. La prima è quella più intimista e spirituale che si ricollega all’esordio ‘Reflections’, la seconda è invece la naturale conseguenza dell’evoluzione dal punto di vista della produzione introdotta con ‘Early Warning’. Alcune tracce del disco sono estremamente solari, coinvolgenti (‘Sunstruck’) e passionali mentre altri spunti risultano più riflessivi e post-rock oriented (‘Glerbrot’). L'album racconta la storia di un atto di fede per perseguire un sogno. Si parla quindi di libertà, ma anche di sguardi rivolti al passato e di realtà quotidiane che portano inevitabilmente anche qualche errore. Col passare del tempo poi si inizia a dubitare che il sogno si stia avvicinando, il che manda in frantumi l’immagine di noi stessi. Alla fine, tutto ciò che rimane è l’amaro in bocca e la domanda se ricominciare da capo o fuggire definitivamente. Una descrizione magnifica per ‘Ryfall’, raccogliere polvere, che Arnar Guðjónsson dei Leaves ha saputo guidare in modo che il conflitto tra aspirazioni e delusione si trasformasse in pura poesia. Magnús ha suonato quasi tutto, dalla chitarra al violino passando per tastiere e qualche percussione, ma nei crediti troviamo anche Arnór Sigurðarson, Sigurður Thorlacius e Valdimar Kolbeinn Sigurjónsson, che ha suonato il violoncello in ‘Svartfugl’, probabilmente il pezzo più bello dell’intero lavoro, e ‘Slow Start’. ‘Completely Empty’ e ‘Second Thoughts’ sono altri apici di un album che si apre con una visione desertica e conferma Myrkvi come una delle realtà più interessanti del panorama alternativo islandese. Un musicista che sa connettersi col cuore di chi ascolta.