In bilico tra medieval folk e doom metal, gli svedesi danno alle stampe un secondo full lenght che la dice lunga su quanto siano cresciuti negli ultimi dieci anni. Alla fusione di strumenti tradizionali con chitarre e batteria metal siamo ormai abituati ma, rispetto al precedente ‘The End Is Nigh’, questo nuovo lavoro incorpora passaggi atmosferici in quantità ed esprime una spiritualità decisamente più spiccata. A tratti pare quasi di trovarsi al cospetto della colonna sonora di una bizzarra messa in scena teatrale ma, quando le ritmiche si fanno potenti ed i riff squarciano in due le tracce, la visione della band appare in tutta la sua epicità e originalità. Questo è un aspetto non da poco perché uno dei motivi per cui il folk metal ha perso lentamente appassionati sta proprio nella ripetitività di certe soluzioni. Gli Apocalypse Orchestra invece cercano di seguire il loro percorso, lo caratterizzano con un impianto grafico facilmente riconoscibile ma non banale e con canzoni come ‘Glass And Sun’, ‘Sacrament Of Avarice’ e ‘Saint Yersinia’ confermano di aver raggiunto risultati significativi sia in ambito tecnico che narrativo. I nativi di Gävle citano le pestilenzie medievali per raccontare le nefandezze dei nostri giorni e le parti vocali di Erik Larsson, anche nei Solsaate, sono cresciute in consistenza. A parte ‘To Arrive’, la lunghezza delle tracce è sempre sopra ai sette minuti ma ciò non inficia minimamente l’efficacia del materiale, che in sede live potrebbe assumere connotati ancora più letali e incisivi.