Al decimo disco i My Morning Jacket hanno fatto centro. “is”, nato sotto il controllo dello storico produttore Brandan O’ Brien, alla sua prima esperienza con la band americana, è un lavoro bello, melodico, aristocratico (se ci permettete di usare questo aggettivo), ma soprattutto ricco di canzoni che stanno e staranno in piedi da sole per molti anni. Con un riferimento sempre presente quali sono i Beatles che aleggiano con le loro melodie per tutta la durata dell’album, i musicisti hanno scritto canzoni di rilievo che si rivelano efficaci e incisive. Lo dimostra l’ottima “Everyday Magic”, dal ritornello immediato e l’intima “I Can Hear Your Love”, un mix tra le composizioni del John Lennon solista e le colonne sonore dei film sentimentali di inizi anni settanta. Quello che sorprende maggiormente è la capacità camaleontica del gruppo di saper scrivere un pezzo che ha una sua dimensione precisa e un altro che risulta essere di un genere diametralmente opposto a quello appena ascoltato. “Time Waited”, ad esempio, ha un’apertura melodica molto brit -pop che non ti aspetti da loro, mentre il finale, composto dal trittico di brani “Squid Ink”, “Die For It” e “River Road” è, sinceramente, tutto da brividi. Il primo si caratterizza per essere un acido blues rock tirato di puro stampo Rival Sons, sempre pregno di squarci melodici, mentre il secondo è un pezzo che paga dazio alla west coast e ai mitici Crosby – Stills – Nash & Young. La traccia che chiude “is” è poi la summa massima dell’opera: acustica, dimessa, ma ricca di un pathos che ti lascia senza fiato. Per chi ama il rock suonato bene e alla vecchia maniera, questo album deve entrare di diritto nella propria collezione. Se non è disco dell’anno, poco ci manca.