Un disco sorprendentemente maturo e profondo quello con cui i fiorentini danno seguito a ‘In Purgatorio’, ormai vecchio di tre anni. Lo stile della band, in bilico tra alternative rock e new wave non è mutato, ma il songwriting si è fatto ancora più vario e la lista dei crediti è ricca di ospiti. Si passa dal produttore Flavio Ferri (Talea, Gianni Maroccolo) a Luca Fucci (Hidden Scars), da Alex Carmona a Chiara Pericci e la sensazione è che fin da subito che i brani siano stati strutturati per essere dilatati dal vivo, creando un’esperienza immersiva e ricca di tensione. Il mixaggio è calibrato nei minimi dettagli e ogni canzone possiede la propria personalità pur incastrandosi alla perfezione in una visione globale di grande effetto. Ad “illuminare” la prima parte di scaletta sono le venature post-punk di ‘Ero lì’ e la cattiveria di ‘Firenze’ (“La tua coscienza, la malattia rinnega il gusto e la terra. Le frustrazioni dei desideri nei tuoi salotti borghesi...”), denuncia pungente della scarsa informazione e delle distorsioni che tuttora accompagnano la narrazione attorno alla scena new wave fiorentina, di cui tanto si è parlato grazie a formazioni quali Litfiba, Neon e Diaframma. Il cantato di Mauro Purgatorio caratterizza ‘Gravità’ e ‘Universi’, altri apici in un percorso lirico-sonoro che coinvolge l’ascoltatore, tra melodie mai banali ed un approccio a volte prossimo al cantautoriale. I testi sono incentrati sulla multiforme varietà degli spazi entro i quali l'umano si muove. Le illustrazioni della bassista Sara Vettori impreziosiscono una splendida edizione vinilica, che non deve mancare nella vostra collezione.