Ci sono dei sogni che meritano di essere vissuti fino in fondo e altri che si dimenticano in fretta. Con il loro quarto disco i Verdena sembrano avere rinunciato a liberarsi di un passato scomodo come quell"immagine infreddolita tra pose eccessive e decadenza. Loro forse non hanno mai sognato e in questa lucida consapevolezza del male di vivere hanno capito prima di altri o meglio di altri come le critiche ricevute possano servire a vendere di più e sbattersene ancora più volentieri. Proseguono quindi per la loro strada i bergamaschi, senza che nessuno intralci il loro percorso e senza che la loro musica splenda mai per due canzoni di fila. "Requiem" è senza dubbio un album che nasconde più sfaccettature rispetto al passato e nel quale i passaggi lisergici scavano un solco pesante tra l"ascoltatore e il gruppo. Saltando nel terriccio, tra una buca e l"altra, si scopre che in definitiva le canzoni su cui puntare sono quattro o cinque e il resto mestiere o discutibile ispirazione. Tra queste sicuramente "Angie" e "Trovami Un Modo Per Uscirne" i due pezzi prodotti da Mauro Pagani e "Il Gulliver" sorta di viaggio acido che sembra non finire mai. Tanto alla fine se vendono hanno ragione loro.