Nel bene o nel male ormai entrati a far parte del mainstream più spietato, i Rammstein concedono al loro pubblico un altro disco a pochi mesi dall’enorme successo di 'Reise, Reise'. Un po' come avvenuto per i System Of A Down la band tedesca ha cercato di battere il ferro caldo evitando di destinare le tracce escluse dalle precedenti registrazioni a mere b-sides e pensando bene di includerle in un nuovo full lenght. Il connubio tra elettronica e metal appare in questo caso ancora più forte probabilmente proprio perchè l'idea di ‘Rosenrot’ e' nata quando Lindemann e soci hanno iniziato a produrre i remix dei singoli di 'Reise Reise'. Alcuni pezzi restano quindi in bilico tra l'ultimo album e 'Mutter', altri sono invece più frammentati e sperimentali quasi come se i Rammstein non avessero voluo celare al mondo le evoluzioni che hanno portato alla pubblicazione dei loro recenti trionfi. 'Benzin' appare immediatamente come un perfetto esplosivo sequel delle varie 'Mein Teil' o 'Keine Lust' mentre l’irriverenza di ‘Spring’ e l’epicità della title track si liberano solenni tra i resti di un disco non certo solido e continuo come quelli che lo hanno preceduto ma non per questo meno efficace Forse un album completamente nuovo avrebbe acceso maggiormente i nostri cuori ma il talento dei tedeschi è tale che rimarranno protagonisti assoluti della musica moderna. Unici e indistruttibili..