Un debutto acclamato dalla critica, un importante deal con una delle label storiche del metal internazionale e decine di date al fianco di gruppi come Darkest Hour, The Red Chord e Cephalic Carnage. Questo il corredo pubblicitario che accompagna i Whitechapel insieme a dodici canzoni moderne, marce, incisive e in definitiva pronte ad essere messe al servizio dell"odierna comunità deathcore. Bisogna però essere onesti con i ragazzi di Cleveland e riscontrare loro assoluta fedeltà alle origini. Fortunatamente infatti esiste ancora chi non si svende a basso prezzo e segue istinto e influenze senza fare troppi conti in tasca. "This Is Exile" dimostra questa tendenza con canzoni che abbattono tecnicamente quelle precedenti, si muovono su territori più vari e soprattutto cercano di sviluppare liriche più intelligenti rispetto al passato. La title track e "Possession" mostrano fin da subito l"intento distruttivo dei nostri e quando le chitarre di Ben Savage, Alex Wade e Zach Householder iniziano a pestare sono dolori per tutti. Ottimo anche Kevin Lane dietro le pelli, non è certo un caso che la band ha iniziato a decollare al momento del suo ingresso in formazione. Rivedibile invece Phil Bozeman che punta diritto all"impatto live delle canzoni e in certe canzoni non fa la differenza come potrebbe. La ferale "Deamon (The Procreated)", lo strumentale "Death Becomes Him" e la conclusiva "Messiahbolical" che fa il verso ai Meshuggah gli altri pezzi degni di nota di un secondo lavoro in studio da stropicciarsi gli occhi. Se continueranno per questa strada ne vedremo delle belle.