White Pony
Deftones
Maverick
Songs
1. Feiticeira
2. Digital Bath
3. Elite
4. RX Queen
5. Street Carp
6. Teenager
7. Knife Party
8. Korea
9. Passenger
10. Change (In The House Of Flies)
11. Pink Maggit
12. Boy's Republic, The
Songs
1. Feiticeira
2. Digital Bath
3. Elite
4. RX Queen
5. Street Carp
6. Teenager
7. Knife Party
8. Korea
9. Passenger
10. Change (In The House Of Flies)
11. Pink Maggit
12. Boy's Republic, The
Frammenti di vita, relazioni interrotte, sofferenza, distacco, un disagio che probabilmente è l’unico elemento che unisce in modo essenziale i quattro album dei Deftones. Un trait d’union che supera le differenze di stile senza intaccare minimamente lo spessore emozionale che ha sempre caratterizzato la band di Sacramento. Un album atteso, concepito più volte, uscito quasi in secondo piano dopo essere stato rinviato fino all’esaurimento, un album che si distingue ancora una volta per la capacità di sorprenderti a ogni ascolto regalandoti a poco a poco particolari che in un primo momento sembrano sfuggire anche ai più attenti. In questi mesi che hanno anticipato l’uscita la stampa specializzata ha provato incessantemente a scovare in qualche dichiarazione dei membri del gruppo un’idea anche minima di quello che sarebbe potuto essere il suono del successore di ‘White Pony’. Ma nessuno è riuscito nell’intento e tutti gli sforzi della Maverick perché le canzoni non finissero su internet prima del momento hanno avuto il loro effetto e aumentato in modo esponenziale la curiosità attorno alla nuova ‘faccia’ dei Deftones. Le voci parlavano di un ritorno all’impatto di ‘Adrenaline’ e in un certo senso è vero perché la ritmica non era mai stata tanto violenta e minimale: il distacco che dicevamo prima viene mantenuto alto con stacchi di chitarra e batteria che riconducono a universi paralleli emo e hardcore che hanno poco a che vedere con le atmosfere plumbee di ‘White Pony’ (‘When Girls Telephone Boys’). Allo stesso tempo però Chino Moreno ha fatto propria la sua esperienza nei Team Sleep (rimandati a loro volta ma presenti anche loro sulla colonna sonora di ‘Matrix Reloaded’) e le parti vocali riflettono in modo speculare il flusso di coscienza che a partire dagli esordi fino alle recenti parentesi elettroniche hanno trasformato la sua voce in qualcosa di superiore. I due singoli ‘Minerva’ e ‘Lucky You’ trasmettono infatti sensazioni differenti che vanno dall’ultimo respiro esistenziale della prima alle inflessioni drum n bass della seconda portando i Deftones a livelli impensati. ‘Hexagram’ e ‘Battleaxe’ accendono i riflettori su una band che per la prima volta ha condiviso totalmente (compreso l’ultimo entrato Delgado) il processo compositivo risultando ancora più forte e originale: appare subito evidente che Carpenter e Cheng hanno svolto un ruolo fondamentale per l’economia di un suono cosi sfuggente e difficile da catalogare. Non esistono infatti aggettivi per descrivere certi passaggi di ‘Needles And Pins’ e ‘Good Morning Beautiful’ che definire intensi sarebbe veramente riduttivo. La voce di Chino riesce a percorrere le strade dell’anima raggiungendo momenti di intimità assoluta con chi ascolta incantato le sue tormentate progressioni. Ci sono band che non hanno niente da dire dopo un solo album e altre che ti fanno passare le notti insonni a guardare fisso il soffitto in attesa che sia di nuovo il tempo di diffondere un altro esempio del loro talento. Un immenso murales vivente che farà rabbrividire chi ancora confonde nu metal e crossover. Un album come un sogno a occhi aperti da cui non vorrete svegliarvi mai..
Deftones
From USA
Discography
Adrenaline (1995)
Around the Fur (1997)
White Pony (2000)
Deftones (2003)
Saturday Night Wrist (2006)
Diamond Eyes (2010)
Koi No Yokan (2012)
Gore (2016)
Ohms (2020)