01 Ár var alda 02 Hagal 03 Bjarkan 04 Løyndomsriss 05 Heimta Thurs 06 Thurs 07 Jara 08 Laukr 09 Kauna 10 Algir - Stien klarnar 11 Algir - Tognatale 12 Dagr
Songs
01 Ár var alda 02 Hagal 03 Bjarkan 04 Løyndomsriss 05 Heimta Thurs 06 Thurs 07 Jara 08 Laukr 09 Kauna 10 Algir - Stien klarnar 11 Algir - Tognatale 12 Dagr
Cullavo da tempo questo segreto come qualcosa di prezioso e allo stesso tempo talmente oscuro da non potere rivelare. Adesso che posso farlo è con orgoglio e nessuna timidezza che vi annuncio il presente come uno dei dischi più belli in assoluto usciti dalla fredde terre norvegesi da me da poco visitate. Dietro a questo avvincente progetto troviamo l"ex batterista dei Gorgoroth Einar "Kvitrafn" Selvik che si è preoccupato di curare questo debutto nei minimi dettagli senza curarsi del tempo impiegato o di alcuna costrizione creativa. Al contrario "Gap Var Ginnunga" è solamente il primo episodio di una trilogia intitolata "Runaljod" che porterà presto alla luce il suo seguito. Il risultato è un viaggio tra musica tradizionale e black metal atmosferico con singulti ritmici che derivano da tamburi lontani, inserti elettronici, chitarre acustiche e violino hardanger. A partire dalla cupa "Ár Var Alda" vi scoprirete attorniati dalle voci di Lindy Fay Hella e Gaahl mente dei Gorgoroth di recente protagonista del documentario "True Norwegian Black Metal". La prima lasciva e sognante, la seconda di diretta provenienza dalle tenebre. Come ululati in un bosco. La foresta però non rimane inerme di fronte a tale suono. Si chiude, si stringe attorno all"ascoltatore. Lo violenta e lo rapisce mentre una leggera pioggia runica inumidisce i contorni di questo disegno magico. In "Hagall" e "Kauna" vi assicuro vi perderete e non saprete più riconoscere la strada del ritorno. Finalmente "( )" dei Sigur Ros conosce il lato oscuro del male e il paganesimo ha un disco da potere idolatrare senza limiti.