Ma dove sono finiti gli AFI? O meglio, sono davvero questi o li hanno improvvisamente sostituiti? I ragazzotti con tanto di ciuffo e trucco pesante sugli occhi, che con "Miss Murder" avevano spopolato e conquistato la vetta delle classifiche in tutto il mondo, ora si sono del tutto ripuliti. Dismessi i panni da punk band emule dei Misfits e progettando le cose in grande, realizzano questo "Crash Love" e chi in passato li avrebbe volentieri cestinati avrà tempo di ricredersi. Senza abbandonare le radici punk, si accostano ad un rock più classico, incorporando una miriade di influenze e riprendendo il sound di album meno recenti, come "Sing The Sorrow" e "The Art Of Drowning". Gli AFI ancora non smettono di indagare il tema di amore e morte, che ormai da quindici anni di carriera li accompagna e creano anche per "Crash Love" una sorta di concept anche a livello di testi. L"intro "Torch Song" svela dopo un inzio indeciso un riff di chitarra travolgente, accompagnato da cori decisi come avviene anche in "Beautiful Thieves" per poi riversarsi nei passaggi acustici e alternative di "End Transmission". "Too Shy To Scream" e "Veronica Sawyer Smokes" ricordano il sound dell"ultima release, "Decemberunderground" mescolando qualche influenza synth pop e un tocco glam che non poteva mancare. Un progetto ambizioso, per il quale non potevano mancare due produttori d"eccezione come Joe McGrath (Alkaline Trio, Green Day) e Jacknife Lee (U2, Weezer), che lavorano in modo decisivo sulle tracce esaltando il meglio e nascondendo sotto il tappeto gli errori di percorso e divertendosi a giocare con gli strumenti e le voci, le influenze e i suoni. "Crash Love" è una nuova tappa nel percorso della band californiana, che si rinnova e ripesca il meglio dal proprio passato e aggiunge un tassello importante alla propria carriera.