1. Ulvetid 2. Mjød 3. Fossegrim 4. Blodtørst 5. Offernatt 6. Sjøhyenar (Havets Herrer) 7. Sultans Of Satan 8. Nekroskop 9. Liktorn 10. Ordsmedar Av Rang 11. Utrydd Dei Svake
Songs
1. Ulvetid 2. Mjød 3. Fossegrim 4. Blodtørst 5. Offernatt 6. Sjøhyenar (Havets Herrer) 7. Sultans Of Satan 8. Nekroskop 9. Liktorn 10. Ordsmedar Av Rang 11. Utrydd Dei Svake
Quanto dolore, quanto assurdo dolore. Dopo averci concesso gli Shining di "Black Jazz", per chi scrive ancora al primo posto dei dischi usciti quest"anno, la lungimirante Indie Recordings sconvolge il proprio roster con l"ingresso di questi pazzi norvegesi dediti al più diabolico mix tra punk, hardcore e black metal possibile su questo pianeta. Scorrendo gli undici brani con cui i Kvelertak sverginano la propria discografia vengono in mente immagini di Converge, Kylesa e Taake eppure la personalità dei nostri è impressionante e il feeling rock n" roll di certi stacchi indubitabile. La sola regola che seguono le loro canzoni è quella della violenza a tutti i costi, di un impatto live costantemente tenuto su livelli insopportabili da qualunque essere umano. La copertina è stata realizzata da John Baizley dei Baroness mentre la produzione essenziale è opera di Kurt Ballou dei suddetti Converge che li hanno portati in giro per l"Europa svelandoci il loro compromesso quadro psichiatrico. L"assurdo cantato in lingua madre di Erleиd Hjelvik e addirittura tre chitarristi faranno la differenza per il vostro povero apparato uditivo e quanto rimane di un cervello che ha dovuto sopportare ascolti di questo tipo. "Blodtørst"
e "Ordsmedar Av Rang" mettono i brividi ma sono il primo singolo – mi piacerebbe sapere con che coraggio si può definirlo tale – "Mjød
" e "Sultans Of Satan" a darci la misura del valore dei ragazzi. A questo punto tutto può accadere. Potrebbero sciogliersi, distruggere qualche locale e farsi arrestare oppure semplicemente diventare colossali.