So benissimo che questo album potrebbe piacere ad una parte molto ristretta di voi lettori. Non solo per il genere proposto dagli Accept o per la durata della loro avventura nel music business ma soprattutto per l"assenza dietro il microfono di un personaggio, scomodo o grandioso decidetelo voi, come Udo Dirkschneider che ha rappresentato per decenni il simbolo della band nel panorama heavy metal internazionale. "Blood Of The Nations", a distanza di quattordici anni "Predator" e di cinque dalla reunion live, verrà probabilmente scartato di principio da molti dei fans incapaci di accettare Mark Tornillo che ricordiamo nei non certo fondamentali TT Quick. Pur non andando pazzo per questo genere posso affermare che i suddetti compieranno un grave errore perché le dodici canzoni presenti valgono il materiale migliore prodotto dal gruppo in passato. Prima di tutto colpisce la produzione di Andy Sneap, solidissima e moderna sebbene qualche tocco qua e là faccia ci riporti ai gloriosi anni ottanta, poi le chitarre di Wolf Hoffmann che non lasciano scampo e accompagnano i ritornelli di "Beat The Bastards", "Teutonic Terror" e la title track facilitando il compito del nuovo cantante. Infine il lavoro dietro le pelli di Stefan Schwarzmann che dona freschezza a tutto il disco evitando che finisca nel dimenticatoio dopo un paio di ascolti.