1. Starlit Eyes 2. Take It Back 3. I Know Where You're At 4. Catch A Spirit 5. Until Next Time 6. Divided 7. Ozzy Speaks 8. Angel's Son 9. Forever 10. Funeral Flights 11. Requiem 12. Reaching Out 13. Absent 14. Sad Air
Songs
1. Starlit Eyes 2. Take It Back 3. I Know Where You're At 4. Catch A Spirit 5. Until Next Time 6. Divided 7. Ozzy Speaks 8. Angel's Son 9. Forever 10. Funeral Flights 11. Requiem 12. Reaching Out 13. Absent 14. Sad Air
Nel dicembre del 98 perdeva la vita a Los Angeles in un tragico incidente stradale (causato da un fatale mix di Diapezan, cocaina e marjuana) Lynn Strait cantante degli Snot band dal futuro assicurato (visto cosa è accaduto in due anni) pronta a cavalcare l’onda del successo del nuovo metal americano. I pochi che conoscono il loro debutto possono raccontarvi delle crudeli scariche di adrenalina pura che lo attraversavano. A due anni circa di distanza le voci di spicco della nuova generazione hanno reso possibile la pubblicazione delle canzoni che dovevano far parte del loro secondo album. Una vera e propria parata di stelle dirette da altri due membri costitutivi della band, John ‘Tumor’ Fahnestock (ora bassista degli Amen) e Mikey Doling (chitarrista dei Soulfly ma per quanto ?). Semplicemente da paura ‘Starlit Eyes’ e ‘Take It Back’ due pezzi assassini che vedono la presenza imponente e decisiva di Serj Tankian dei System Of A Down e Jonathan Davis dei Korn che si contendono con ‘I Know Where You’re At’ dove troviamo l’eccellente MC Underdog degli Hed(Pe) il premio per il pezzo migliore del lotto. Max Cavalera e Corey Taylor degli Slipknot (insieme nella favolosa ‘Jumpdafucka’ sul recente ‘Primitive’ dei Soulfly) brutalizzano ‘Catch The Spirit’ e ‘Requiem’ una sorta di ultimo saluto a Lynn, uno dei protagonisti della scena underground che stava crescendo e che non ha potuto assaporare il successo che avrebbe meritato. Oltre allo scomparso Whitfield Crane (ora con i Medication) che duetta con Mark dei Sugar Ray in ‘Reaching Out’ e all’invadente presenza di Ozzy incontriamo anche Fred Durst e Dj Lethal dei Limp Bizkit in ‘Forever’ e l’altro mostro delle corde vocali Brandon Boyd degli Incubus in ‘Divided’. ‘Strait Up’ è un tributo molto particolare perché contiene canzoni nuove che avrebbero fatto impallidire la critica esaltate dalle voci che stanno facendo la storia di questa fase del metal made in USA. Come celebrare nel migliore dei modi il talento e la sfortuna che fanno parte della musica e la morte di un uomo che fa parte della vita.