I Nevermore ritornano a calcare quelle terre apocalittiche che resero ‘Dreaming Neon Black’ tanto avvincente e probabilmente ancora insuperato. Dopo il mezzo falso di ‘Enemies Of Reality’ (in parte recuperato dalla ristampa rimasterizzata) la band di Seattle ha cercato di risalire la china volgendo ancora una volta lo sguardo alla malignità dei tempi che furono e producendo finalmente il tutto come si deve. Il risultato è un album che non conosce cadute di tono e si muove solenne tra influenze thrash-death vecchio stampo e la teatralità sempre più esasperata di un Warrel Dane alla ricerca di se stesso. Le canzoni crescono devastanti solcate in lucido sadismo dalla sua disperazione vocale. 'Final Product' e 'My Acid Words' mettono subito in chiaro che ci troviamo di fronte a uno dei loro lavori migliori di sempre con stacchi brutali che si alternano furiose e ridondanti a partiture tecnicamente elevatissime orchestrate magistralmente dai due chitarristi Jeff Loomis e Steve Smyth. 'Sentient 6', 'The Holocaust Of Thought' e la title track che chiude l'album sono altri pezzi imperdibili che mostrano una rinascita totale di un gruppo che forse meriterebbe di più di quanto ha ottenuto finora. 'A Future Uncertain' grida Warrel Dane e visto il momento attuale del metal negli States come dargli torto ?