Un singolo di effetto, un video cattivo quanto basta per spingere la gente ad andare ai concerti, qualche canzone che spicca sulle altre e dopo qualche ora del nuovo disco non rimane niente. Non vi sbagliate, non è un'esclusiva dei Whitechapel che peraltro sono tra i migliori gruppi del cosiddetto movimento deathcore statunitense. E' una serie di eventi o caratteristiche che purtroppo si addice a quasi tutte le uscite del settore e se le prime volte abbiamo cercato di giustificare alcune scelte in nome di succulenti prospettive trendistiche ed al cospetto di un superbo livello tecnico di base, adesso non ne possiamo veramente più. Anche in questo caso Phil Bozeman fa di tutto per rendere i pezzi più aggressivi, le chitarre sono prodotte in maniera impeccabile da Mark Lewis e Ben Harclerode si sbraccia a più non posso dietro le pelli. 'Hate Creation', 'I Dementia' e la conclusiva 'Possibilities Of An Impossible Existence' spiccano chiaramente come i brani più incisivi del lotto ma dal successore di 'A New Era Of Corruption' ci aspettavamo di più. Soprattutto di uscire da certi condizionamenti tipici del genere che invece ammorbano ancora le tracce. Dal vivo continueranno a spaccare e saremo lieti di vedere se la carneficina sottopalco avrà dimensioni maggiori rispetto al passato.