Santi numi! Mi piacerebbe vedere la reazione delle migliori band appartenenti alla cosiddetta new wave of thrash all'ascolto di queste dieci tracce! Non posso certo affermare di essere un fan sfegatato dei tedeschi eppure 'A Girl Called Cerveza' risulta un fantastico tributo a tutti i valori in cui crediamo da piccoli e raramente nella loro seppure ricca discografia sono stati raggiunti livelli qualitativi di questo tipo. Curiosamente il pezzo meno interessante di tutto il lavoro è 'The Metal Lady Boy' costruita attorno alla partecipazione di Doro Pesch e poco coesa con il resto del full length. Alla partenza forsennata di 'Running On Fumes' si susseguono due mitragliate quali la title track e 'Witchunt 2.0'. Siamo d'accordo, sono brani che il quartetto di Francoforte avrebbe potuto scrivere venti anni prima ma la loro efficacia è sublime. La gradazione alcolica rimane altissima esattamente come la frequenza dei cambi di ritmo e il passaggio alla Nuclear Blast ha evidentemente portato bene perché la produzione di Michael Mainx - che ricordiamo con Böhse Onkelz, Disbelief e D-A-D ? è superiore di quanto il gruppo si sia mai potuta permettere in passato. Nella seconda parte del disco emergono retaggi di 'Chemical Invasion' e 'The Meaning Of Life' ma le scariche di elettricità continuano e l'attenzione non cala nemmeno per un secondo. Se dopo sei lustri di carriera sono in grado di pubblicare album di questo spessore allora significa che, indipendentemente dal divertimento e dallo scazzo generale, ci credono sul serio e questo vale più di tante parole per chi ha il metal nel sangue.