'Centralia' ci aveva lasciato ottime impressioni ed un senso di apertura verso il futuro che al tempo trovava scarsi riscontri nei colleghi. Poi tutto è cambiato. Il mercato discografico è collassato ed i generi hanno cominciato a non avere più significato. I newyorkesi hanno impiegato più del previsto a dare un seguito all'eccellente esordio soprattutto a causa dell'impegno profuso da Michael Dafferner nella diffusione di [Why_You_Do_This] ma adesso è venuto il momento di rimettersi in gioco con dodici tracce mature e maledettamente solide. La carica adrenalinica trasmessa da 'The Sentinel' sarebbe sufficiente per dare una possibilità ad una band in grado di fondere il meglio della discografia di Coalesce e Meshuggah con l'esperienza accumulata dal vivo. Ritmiche marziali, voce gutturale assassina, assoli ipertecnici e frammenti math che farebbero comodo ai Dillinger Escape Plan per le prossime sessioni di registrazione. 'Lower The Blade' e 'Garrucha' danno la misura del grado di pazzia e violenza del quartetto e gli appassionati di chitarra faranno davvero fatica a stare dietro ad un Greg Kubacki letteralmente scatenato. Dietro a lui di qualche metro Elliot Hoffman tenta di riscrivere gli standard del batterista moderno regalando momenti imperdibili in 'Recursive Patterns' e 'The Seconds'. Da segnalare la presenza di Joe Duplantier dei Gojira in 'Third Revelation' ma dettagli a parte veniamo travolti all'improvviso dalla straordinaria elitarietà di 'w^w^^w^w'. Ascolto dopo ascolto l'essenza jazz o zappiana della loro musica traspare in superficie e il quadro compositivo diventa più chiaro producendo risvolti armonici che non ci saremmo mai attesi. Quante cose possono succedere in cinque anni.