Starò anche invecchiando ma i dischi di black metal atmosferico mi stanno venendo sempre più a noia. Le solite produzioni da decenni, le solite citazioni tutt'altro che criptiche ad una scuola della quale ormai si contano solo i superstiti e poco da aggiungere se non tanta ripetitività. Distruzione, solitudine e rancore sono i principali temi trattati quasi esclusivamente in lingua madre dai tedeschi che non aiutano certo l'ascoltatore ad avvicinarsi alla loro proposta. Una volta fatte queste premesse è doveroso anche sottolineare come 'Meadows Of Nostalgia' sia su un altro piano rispetto ai tre album precedenti con un songwriting evoluto ed un paio di brani che avrebbero potuto essere benissimo su 'Dämmerung Der Szenarien' ma che possiedono una struttura più matura. 'Brigobannis' e 'Ave Danuvi' richiamano alla memoria Burzum e Forgotten Tomb, i vecchi fans apprezzeranno l'assalto percussivo di 'Aue Der Nostalgie' ma è con 'Der Unweg' e la conclusiva 'Tränen Des Bacchus' che Vespasian e Horaz compiono il definitivo salto di qualità. L'utilizzo frequente di sintetizzatori fa pensare a successive mosse improntate all'ampliamento dello spettro di riferimento.