-Core
Playing The Angel
Depeche Mode
Mute
Pubblicato il 15/03/2006 da Lorenzo Becciani
Songs
1 A Pain That I'm Used To
2 John The Revelator
3 Suffer Well
4 The Sinner In Me
5 Precious
6 Macro
7 I Want It All
8 Nothing's Impossible
9 Introspectre
10 Damaged People
11 Lillian
12 Darkest Star
Songs
1 A Pain That I'm Used To
2 John The Revelator
3 Suffer Well
4 The Sinner In Me
5 Precious
6 Macro
7 I Want It All
8 Nothing's Impossible
9 Introspectre
10 Damaged People
11 Lillian
12 Darkest Star
La poesia in musica non è cosa che tutti riescono a trasmettere. I suoni, i colori, la capacità di sperimentare e allo stesso tempo di scrivere canzoni immortali. Questo sono i Depeche Mode. Forse l"essere stati ignorati a inizio carriera li ha resi sadici, forse appartengono a quella categoria di gruppi che con il passare degli anni diventano sempre più indispensabili. "Playing The Angel" rappresenta il lato oscuro di "Exciter". Quanto quel disco risplendeva di armonie solari e felici commistioni tra elettronica e pop, tanto questo scava nell"introspezione più assoluta liberando fitte nuvole scure su composizioni che raramente trovano un respiro e quando lo trovano è impossibile non volgere lo sguardo al cielo e ringraziare per tanta grazia. Un altro album fantastico che riscopre Martin Gore e (stavolta anche) Dave Gahan compositori eccelsi trascinati da un vigore emotivo che si riflette sull"incedere morboso e catartico dei suoi decadenti frammenti. Un ritorno a sonorità dark e una minore immediatezza che però lo renderà ancora più affascinante quando ascolto dopo ascolto lo scoprirete in tutte le sue sfaccettature. L"inizio è quello giusto per mettere i brividi a chi ha amato follemente come il sottoscritto "Songs Of Faith And Devotion". "A Pain That I"m Used To" riprende le bollenti trame chitarristiche di "I Feel You" rendendo incandescente il ritornello affidato alla voce senza tempo di Dave Gahan. Il gospel futuristico che segue, "John The Revelator", bacia invece le struggenti note di "Judas" sorprendendo per dinamismo e voracità melodica. "The Sinner In Me", "Precious" e "Lillian" sono singoli che potranno essere abusati e abusati dai media permettendo alla band inglese di godere anche stavolta di un successo commerciale senza limiti. I momenti imperdibili sono però altri. La sperimentazione inizia a emergere ficcante e ammorbente in "Macrovision" pezzo esemplare di come l"elettronica possa ancora essere rivista e corretta se si parte dalle basi storiche della ricerca del suono. Martin Gore lascia senza fiato coloro che erano ancora scossi dalla magia di "Breathe". "Damaged People" è forse insieme alla conclusiva "The Darkest Star" il pezzo più bello di tutto il lavoro con le sue melodie ancestrali e un raggelante insinuarsi nelle viscere di chi ascolta. "The Darkest Star" vi dicevo. Come descrivere senza risultare banali una delle canzoni più belle scritte dalla band negli ultimi dieci-quindici anni ? E" come se una delle struggenti ballate di Robert Fripp (King Crimson) fosse stata plasmata e immersa nella liquidità della matrice elettronica. Come se la voce di Gahan, ancora una volta incredibile, la facesse volare, perdere nell"orizzonte afferrandola e tirandola a sé quando più gli aggrada. Recuperandola in qualunque momento per rendere quegli attimi indimenticabili e sofferti. I Depeche Mode vincono ancora. Incontrastati a capo di un regno che sembra davvero non conoscere la parola fine. Il povero angelo è stato spogliato di tutta la sua vitalità e le sue trasparenti forme illuminano queste canzoni.
Depeche Mode
From UK

Discography
1981 Speak & Spell
1982 A Broken Frame
1983 Construction Time Again
1984 Some Great Reward
1986 Black Celebration
1987 Music for the Masses
1990 Violator
1993 Songs of Faith and Devotion
1997 Ultra
2001 Exciter
2005 Playing the Angel
2009 Sounds Of The Universe
2013 Delta Machine
2017 Spirit
2023 Memento Mori