Nonostante abbiano ottenuto meno riscontri di quanto avrebbero meritato gli autori di 'How Far To Asgaard' e 'Ragnarok' hanno arricchito il movimento folk metal evitando di cadere in difformità commerciali di cattivo gusto. Detto questo la loro proposta con gli ultimi due lavori in studio, 'By The Light Of The Northern Star' e 'The Lay Of Thrym', si era alleggerita parecchio e la sensazione era che i problemi con Kári Streymoy rappresentassero ormai un freno. Al suo posto è stato chiamato George Kollias dei Nile e già questo costituisce un motivo per ascoltare 'Valkyrja'. Inoltre le influenze viking e prog trovano l'ideale equilibrio grazie alla performance di Heri Joensen che si erge possente su un guitar work stellare. Assoli bellissimi, riff letali e stacchi ritmici potenti configurano il migliore lavoro in studio da sette anni a questa parte con la figura di Freyja, dea associata alla bellezza, all?amore e alla fertilità, che domina il concept su cui sono costruite le liriche. Rispetto ad altri nomi tutelari del genere come Turisas, Månegarm e Amon Amarth il gruppo proveniente dalle isole Fær Øer punta senza timore su una struttura compositiva semplice e consolidata e passaggi quali 'Blood Of Heroes', 'Hel Hath No Fury' e 'Into The Sky' lasciano subito il segno. 'The Lay of Our Love' viene impreziosita dal contributo di Liv Kristine Espenæs Krull, ex vocalist dei Theatre Of Tragedy adesso nei Leaves' Eyes, ed in chiusura troviamo le cover di 'Where Eagles Dare' degli Iron Maiden e 'Cemetery Gates' dei Pantera.