Un electro pop sognante quello degli islandesi che ci regalano suggestioni magiche tipiche della loro terra di provenienza grazie all'estrema eterogeneità del loro background musicale. Nel trio abbiamo infatti Jófríður Ákadóttir delle Pascal Pinon, il produttore e dj Þórður Kári Steinþórsson, che non nasconde affatto il suo amore per il downtempo di metà anni novanta, ed infine la clarinettista diciottenne Áslaug Rún Magnúsdóttir. Un mix assurdo tra accademia e tecnologia, visioni edulcorate di Fever Ray, Royskopp e Sigur Rós e canzoni che andrebbero bene per una passeggiata tra i fiordi così come da sfondo ad un'installazione contemporanea. 'Hljóma Þú', 'Viltu Vitrast' e 'Góða Tungl' vengono riprese dall'ep autoprodotto che ha conquistato la One Little Indian e le progressioni liquide sembrano lasciare il segno ancora più che le languide litanie sonore di Ásgeir e Ólöf Arnalds. I brani estratti da 'Stofnar Falla', registrato ai celebri Sundlaugin con Gunnar Tynes dei múm, al contrario risultano più elaborati e oscuri. La sensazione è che in futuro la loro musica diventerà plumbea e lancinante, capace di attrarre le classifiche così come i dj affamati di remix. Nella release ne troviamo quattro di discreto spessore. Il resto è tutto nella voce di un'intrigante cantante di cui sentiremo parlare presto.