Continuano a stupire questi ragazzi amanti della psichedelia più pura e capaci di conciliare geometrie kraut rock con elementi post punk e shoegaze. Questi ultimi sembrano arricchire maggiormente la loro proposta quasi a confermare la sensazione degli addetti ai lavori di trovarsi di fronte alla risposta britannica ai Tame Impala. Rispetto all'esordio di un anno fa il songwriting si è fatto più compatto e coraggioso e la scelta di mantenere Daniel Carey dietro la console ha pagato. 'You Won't Be the Same', 'As We Turn' e 'Endlessly' mostrano lo spessore melodico della band con Tom Dougall e Alejandra Diez abili a variare le tinte di grigio che emergono dalla foschia generale. I dieci minuti della conclusiva 'Fall Out Of Love' rappresentano uno dei tributi più avvincenti agli anni sessanta ed alla rivoluzione floreale che abbia potuto ascoltare da tempo immemore. I prossimi mesi ci diranno se il destino dei Toy sarà quello di diventare pupazzi in controllo di manager assetati di denaro e classifiche di dubbia moralità. In alternativa la possibilità di costruirsi una carriera di tutto rispetto citando le icone del genere ma allo stesso modo confermando di avere più personalità della norma.