01. Tempore Nihil Sanat (Prelude In F minor)
02. Never Forgive, Never Forget
03. War Eternal
04. As The Pages Burn
05. No More Regrets
06. You Will Know My Name
07. Graveyard Of Dreams
08. Stolen Life
09. Time Is Black
10. On And On
11. Avalanche
12. Down To Nothing
13. Not Long For This World
Songs
01. Tempore Nihil Sanat (Prelude In F minor)
02. Never Forgive, Never Forget
03. War Eternal
04. As The Pages Burn
05. No More Regrets
06. You Will Know My Name
07. Graveyard Of Dreams
08. Stolen Life
09. Time Is Black
10. On And On
11. Avalanche
12. Down To Nothing
13. Not Long For This World
Evidentemente le persone si accontentano di poco e chi lancia certi proclami ha poca memoria storica. Leggo in giro recensioni mirabolanti di questo album quasi come gli Arch Enemy avessero pubblicato il loro capolavoro o avessero dato una svolta alla carriera con l'ingresso di Alissa White-Gluz. Per carità la moretta ex The Agonist non è niente male, bel personaggio e decisamente più presentabile di Angela Gossow che con i suoi limiti ha contribuito ad affossare il progetto. Il problema è che a livello di songwriting Michael Amott è fermo da anni e rispetto a 'Khaos Legions' non si percepiscono progressi significativi. E' vero che in ambito death metal melodico è stato detto tutto ma trovo ridicolo che il nuovo Carcass, giusto per prendere ad esempio la band che ha regalato celebrità al chitarrista svedese, sia di una spaventosa freschezza e tracce come 'Never Forgive, Never Forget', 'As The Pages Burn' e 'No Regrets' tremendamente scontate. La produzione è stata effettuata presso i Fascination Street di Örebro e anche su questo avrei qualche riserva visto che da un po' di tempo tutti gli album che escono da quello studio sono identici. In ogni caso la nuova singer fa di tutto per mettersi in bella mostra ed in un paio di frangenti ci riesce davvero, la title track e 'You Will Know My Name', ma continuo a chiedermi che senso abbia farla cantare come un uomo se non per una deprecabile resa commerciale. Si fa sentire anche l'assenza di Christopher Amott, genio e sregolatezza, mal sostituito da Nick Cordle mentre il leader spacca ancora come agli esordi e Daniel Erlandsson è un batterista di invidiabile spessore. Mi dispiace ma a convincermi non bastano gli inserti di tastiere, alcune orchestrazioni ed arrangiamenti maturi. Magari dal vivo le cose andranno meglio ma da un gruppo del genere è lecito attendersi molto di più.
Black Earth (1996) Stigmata (1998) Burning Bridges (1999) Wages of Sin (2001) Anthems of Rebellion (2003) Doomsday Machine (2005) Rise of the Tyrant (2007) The Root of All Evil (2009) Khaos Legions (2011) War Eternal (2014) Will To Power (2017) Deceivers (2022)