Molti addetti ai lavori affermano che il vero valore di una band si determina soltanto quando si cimenta sul piano acustico. Può darsi che abbiano ragione ma questo non toglie che 'SoCal Sessions' mi abbia letteralmente travolto. Pur avendo ammirato i californiani in versione acustica in un'esibizione promozionale di 'Satellite' non mi aspettavo una raccolta acustica di questa profondità espressiva. Alcuni faranno a gara a tracciare i paragoni con gli Incubus io invece partirei con un'analisi specifica del talento di Sonny Sandoval, Marcos Curiel, Traa Daniels e Wuw Bernardo. Il primo sembra avere recuperato la forma dei tempi migliori e illumina ogni linea melodica con la classe che compete alle superstar. Il secondo ha saputo riprendersi la band, riacquistare la fiducia dei fans e adesso, dopo le eccellenti prove in 'When Angels & Serpents Dance' e 'Murdered Love', si distingue per suoni di chitarra fantastici. Infine la sezione ritmica dimostra ancora una volta di essere l'anima principale delle commistioni tra reggae, alternative metal e musica latina infiammando gli arrangiamenti con sfumature deliziose. In scaletta non troverete nemmeno una versione banale nonostante ''Will You', 'Youth Of The Nation' e 'Alive' abbiano ricevuto un airplay spaventoso durante lo scorso decennio. Rispetto a decine di album acustici che suonano esattamente l'uno all'altro i P.O.D. hanno saputo trovare una loro dimensione, esaltando influenze e timbri ma soprattutto concedendo ancora più spazio a voce e strumenti. Da brividi le colorate riletture 'Strenght Of My Life' e 'Set Your Eyes To Zion' che ci riporta indietro a 'Fundamental Elements Of Southtown' ed al tour di spalla ai Korn che li fece conoscere a mezzo mondo. Un piccolo gioiello crossover che non deve mancare nella vostra discografia in attesa del prossimo full lenght.