Continuano i tentativi di aggrapparsi al passato per i californiani che da parte loro pagano la crescita ed il carattere volubile del pubblico, prevalentemente adolescenziale, che li sorresse ai tempi di 'Infest'. Continuano però anche i progressi della band guidata da Jacob Shaddix che sfodera la migliore prova dall'uscita del suddetto bestseller ad oggi. Saranno la crisi del mercato o la maturità, saranno le liriche più personali di una volta che lo hanno ispirato – e che lo vedono avvicinarsi pericolosamente a tematiche cristiane tra l'altro – ma fatto sta che 'F.E.A.R.' lo vede primeggiare dal primo all'ultimo istante. Se la tecnologia aveva supportato in maniera determinante il songwriting e la produzione del precedente 'Connection', in questo caso i Papa Roach sembrano veramente tornati all'apice della loro carriera con una serie di pezzi commerciali ma suonati in modo onesto. Siamo senza dubbio al cospetto di un full lenght dalle molteplici sfumature, che possiede un'anima pop, una punk ed almeno un'altra nostalgicanei confronti dell'era nu metal. Kevin Churko, che ha fatto la fortuna dei Five Finger Death Punch, ha cercato di esaltare stacchi ritmici heavy e ritornelli super melodici e se è vero quanto grida il frontman in 'Skeletons', “Brick by brick I've built this wall..”, allora per i Papa Roach potrebbero spalancare nuove porte in chiave mainstream. 'Broken As Me' e 'Hope For The Hopeless' sembrano i passaggi dotati di maggiore potenziale in una scaletta che potrebbe accontentare i vecchi fans e trovarne di nuovi.