Credo che una della qualità che fanno di Kotzen un vero guitar hero sia la versatilità. Nella sua lunga carriera ha collaborato con un numero incredibile di artisti provenienti da ambiti musicali che spaziavano dall’hard rock al blues arrivando alla fusion e al jazz ed in tutto questo ha saputo sempre adeguare il suo sound ad ognuno di essi. Il nuovo album solista è caratterizzato da queste ed altre sperimentazioni che lo portano a sondare campi ancora diversi dai precedenti assestandosi su soluzioni più devote al funky e alle sonorità etniche. Niente a che vedere, quindi, con roots rock e hard blues sperimentati col progetto dei The Winery Dogs ma bensì atmosfere più cupe legate al soul e all’R&B con un sottofondo di rock melodico anni Settanta che non disdegna incursioni in qualche ballad particolarmente romantica. Non si può negare che i dieci brani che compongono l'album, interamente scritti, cantati, arrangiati e suonati da Kotzen, diano prova di una straordinaria capacità compositiva ma manca sicuramente il mordente per rendere questo disco una gemma nella sua discografia. Vale la pena citare ‘I’m All’ in cui la chitarra è protagonista indiscussa della scena e la voce ospite che duetta con Kotzen è quella di Dug Pinnick (King’s X) e ‘You’ ballata scritta insieme alla figlia August che la vede protagonista al pianoforte. Riprendendo l’amore del chitarrista per il vino italiano potremmo dire che l’ultimo lavoro è evidentemente un’annata non particolarmente buona, il sapore non è cattivo ma ha abituato i nostri palati a ben altro.