Prima di tutto credo sia il caso di sottolineare un aspetto ovvero che i Disturbed in queste condizioni non facciano bene a nessuno. Nè ai musicisti stessi naturalmente ma nemmeno al movimento alternative metal che in loro aveva sempre trovato una sorta di valvola di sfogo o comunque una proposta capace di distinguersi per caratteristiche proprie e vincenti. D'altra parte dodici milioni di copie vendute in tutto il mondo parlano da sole e non sono certo venute per caso. Purtroppo nonostante un discreto singolo come 'The Vengeful One' il ritorno sulle scene della band di Chicago è corredato di soluzioni stantie e non convince affatto. Sono troppi i filler in una tracklist che avrebbe dovuto riproporre con forza il nome dei Disturbed al termine di quattro anni in cui il futuro era rimasto in dubbio ed i membri si erano distratti con progetti paralleli. Infatti David Draiman ha omaggiato i pionieri dell'industrial con Geno Lenardo ed i Device, John Moyer è stato impegnato con Adrenaline Mob e Art Of Anarchy mentre Dan Donegan e Mike Wengren si sono dati da fare con i Fight Or Flight. Dopo l'ascolto di un paio di brani appare evidente come la chimica sia svanita e la produzione di Kevin Churko non basta a coprire le falle. 'Open Your Eyes', 'What Are You Waiting For' e 'Save Our Last Goodbye' sono passaggi tristi in cui non ci riconosciamo e pure la cover di 'The Sound Of Silence' non impressiona.