Un risveglio in atto quello dei californiani che, dopo le interessanti 'SoCal Sessions' promosse attraverso il crowdfunding, mettono a segno un altro centro importante in una carriera ricca di soddisfazioni che li ha visti calare e poi risalire nei consensi del pubblico senza mai sbandare definitivamente. I tempi di 'Alive' e Youth Of The Nation' restano lontani ma avere guadagnato ulteriore credibilità con il precedente 'Murdered Love' ha permesso loro di togliersi la soddisfazione della vita tre anni più tardi. Quella soddisfazione si traduce in un concept album alla vecchia maniera – per intenderci come si usava negli anni settanta non solo in ambito progressive - che arricchisce la discografia della band e soprattutto si presenta come una delle uscite più quotate del periodo. Alla risaputa bravura nel confezionare canzoni in bilico tra alternative metal e rock da classifica i P.O.D. sommano stavolta un impianto lirico che ha condizionato l'intero songwriting facendo prediligere soluzioni meno scontate del solito. 'This Goes Out To You' e 'Get Down' sono i due singoli scelti per mostrare al mondo l’evoluzione di Sonny Sandoval come autore di testi anche se lo stato di grazia di Marcos Curiel è subito evidente. 'Rise Of NWO' è un pezzo che farà impazzire i vecchi fans con “the New World Order” che sembra uscire dal vocione incazzato di Jahred degli (hed)PE e le due collaborazioni che arricchiscono la scaletta sono entrambe riuscite. In ‘Criminal Conversations’ troviamo Maria Brink, procace cantante degli In This Moment, che non ha nulla da invidiare alle popstar più famose nel sapere catturare l’attenzione del pubblico. ‘Revolución’ è invece impreziosita dal talento di Lou Koller dei Sick Of It All e si candida ad essere consumata dal vivo insieme a ‘Speed Demon’ che omaggia le influenze punk degli esordi sfruttando appieno la capacità di Wuv Bernardo e Traa Daniels di complementarsi tra loro. Nonostante il profondo messaggio esistenziale contenuto al suo interno l’album è fluido, scorrevole, si lascia fruire senza il minimo intoppo e cresce di ascolto in ascolto grazie alla perizia tecnica di una band che da quel punto di vista è sempre stata considerata superiore alla media. Una freschezza ritrovata quindi con il fidato produttore Howard Benson sempre puntuale nell’infondere personalità ad un suono che dopo ‘Testify’ aveva mutato le proprie caratteristiche e adesso si sta ritrovando in tutta la sua compiutezza. Quando la title track esaurisce la sua spinta epica si ha la consapevolezza di avere vissuto un’esperienza importante e, almeno mentalmente, combattuto per valori che non necessariamente devono essere collocati in una fenomenologia cristiana. La morale non conta quando stai bene. Conta la musica.