Una volta tornato alla base, Jesse Leach ha riposto tutto il suo rancore nelle liriche di 'Disarm The Descent', che ha ottenuto un discreto riscontro tra gli irriducibili del metalcore anche se chiaramente non paragonabile a quanto guadagnato ai tempi di 'The End Of Heartache'. Adesso 'Incarnate' è chiamato a confermare tali risultati puntando soprattutto sulla micidiale accoppiata iniziale 'Alone I Stand' e 'Hate By Design' oltre che su qualche passaggio più commerciale come 'Just Let God' e 'We Carry On'. Con il passare degli anni però la musica del combo del Massachussets si è fatta sempre più prevedibile e questa insistente ricerca di equilibrio tra stacchi melodici e retaggi hardcore alla lunga stanca. In buona parte dell'album, nonostante l'eccellente prova del frontman, si avverte la totale mancanza di pericolosità e la stessa produzione del chitarrista Adam Dutkiewicz non aggiunge niente di nuovo da tempo immemore. Personalmente ho apprezzato in maniera particolare 'Cut Me Loose', che parte cadenzata e poi sprigiona tutta la sua energia live ma in generale 'Incarnate' non stravince il confronto con i Devil You Know di Howard Jones come invece dovrebbe. Tanto mestiere insomma. Pure troppo.