Un ritorno strepitoso quello degli svedesi che con 'Leaving Babylon' non erano riusciti a confermarsi sui livelli di 'Modern Ruin' e che probabilmente avevano bisogno di maggiore tempo per abbattere ulteriori barriere. 'The Blinding Dark' è un album perfetto sotto tutti i punti di vista che li rilancia sia dal punto di vista stilistico che da quello lirico. Non soltanto Joakim Montelius e Eskil Simonsson hanno saputo stilare un concept moderno e attraente ma hanno piegato la tecnologia al proprio volere rendendo il synth pop di 'Sequencer' e 'Northern Light' più aderente alla struttura compositiva classica. Una scelta che dal vivo dovrebbe rendere le tracce ancora più esplosive e che, in tempi cupi e confusi, permette di immaginare ad occhi chiusi l'ideale e trionfale abbraccio dei punti di forza e della capacità di ripresa dell'anima di tutti noi. I Covenant ci supplicano di scordarci il crollo del Muro di Berlino e tutto quello che ha rappresentato e suggeriscono invece di concentrarci su un futuro distopico e drammatico che appare sempre più vicino. 'Morning Star' e 'Sound Mirrors' sono i passaggi in linea con la carriera della band mentre la splendida 'I Close My Eyes' e il magnetico flusso elettronico di 'Cold Reading' segnano un'evoluzione marcata a partire dalle solite basi di Depeche Mode e Front 242. I più gotici di voi impazziranno per 'Dies Irae', in cui il cantante si supera veramente, mentre 'A Rider On A White Horse' è una coraggiosa cover prodotta in modo superbo. Lo strumentale ep 'Psychonaut' completa l'edizione limitata dell'album così come alcuni samples sci-fi che ci riportano alle atmosfere di Blade Runner.