-Core
Fufanu
Islanda
Pubblicato il 03/02/2017 da Lorenzo Becciani

Quando scrivo queste parole la mente è a Birna Brjánsdóttir, brutalmente uccisa da due marinai groenlandesi in una vicenda che ha sconvolto l’intera popolazione islandese e tutti noi, dipendenti dalla pace che si respira per le strade di Reykjavík e, ancora di più, appena si esce di qualche miglio dalla città. Non siamo abituati a vivere storie del genere e pensare all’atmosfera in cui si è svolta la presente intervista, al vivace Kaffi Vinyl di Hverfisgata durante l’ultima edizione di Iceland Airwaves, fa riflettere considerata il velo di noir e tragedia che ricopre in questi giorni tali luoghi. I Fufanu non hanno più bisogno di un’introduzione e sono sul punto di esplodere definitivamente a livello internazionale. Vederli dal vivo ti lascia un segno indelebile e dietro alla loro irriverenza si nasconde un animo dolce.

L’anno scorso a Iceland Airwaves vi ho visto fare saltare per aria il Kex Hostel e quest’anno avete riempito la sala principale dell’Harpa. La vostra popolarità si sta rapidamente allargando e celebrità del music business vi hanno avvicinato a Bauhaus, Neu! e Joy Division. Quale era la vostra visione quando avete iniziato a suonare insieme?
Abbiamo sempre cercato di fare buona musica. Pubblicare qualcosa che ci sarebbe piaciuto ascoltare. Il motivo per cui siamo cambiati così tanto è che in questi anni siamo cresciuti, maturati, ascoltiamo musica diversa e desideriamo sperimentare cose nuove.

Anche il vostro approccio compositivo è cambiato di conseguenza..
Senza dubbio è così. Ai tempi di ‘Adjust To The Light’ eravamo un’altra band. Adesso siamo cresciuti e ‘Sports’ rappresenta un’evoluzione significativa. Anche i nostri show stanno mutando forma a seconda delle esigenze delle canzoni. Rispetto all’anno scorso la strumentazione live ha preso il sopravvento sull’elettronica ma i synth sono sempre una parte integrante del nostro sound.

Ti ricordi qual è la prima canzone che avete scritto insieme?
Penso una base che poi è finita su ‘If You Please’. Allora ci chiavamo Captain Fufanu, facevamo techno ed eravamo solamente io e Gulli. L’album che ci ha uniti è stato ‘Movements’ dei Booka Shade.

Quale riteni che sia invece la canzone più rappresentativa del nuovo album?
Direi proprio ‘Sports’. É una title track solida e cattura l’intera essenza del lavoro.

Un altro singolo spettacolare è ‘Bad Rockets’..
Ti ringrazio. Siamo sorpresi del riscontro che ha ottenuto in rete. É un pezzo a cui teniamo molto perché parla della difficoltà di combattere poteri più forti. Il messaggio è quello di non lasciarsi intimorire. Il terzo singolo sarà ‘Liability’ che è un altro pezzo in cui crediamo molto.

Pensi che ‘Sports’ possa conquistare più fan in Europa o negli Stati Uniti?
Il nuovo album nel complesso è più accessibile e quindi sono convinto che possa fare bene dappertutto. Dipenderà molto da come si muoveranno gli uffici della One Little Indian ma credo comunque che otterrà più consensi in Europa dove siamo già stati in tour. Ricordo la data di Milano con John Grant. Ci siamo divertiti molto.

Quanto avete impiegato a registrarlo?
É impossibile stabilire un periodo preciso perché sono state tre sessioni differenti di circa due-tre settimane ciascuna. La prima a dicembre, la seconda ad aprile e la terza a giugno nella quale abbiamo scelto la scaletta e consegnato il master per il mixaggio. A produrre l’album è stato Nick Zinner degli Yeah Yeah Yeahs che si era già occupato del remix di ‘Your Collection’ e della versione edit di ‘Ballerina In The Rain’. L’ho conosciuto quando ho collaborato con Damon Albarn e ha definitivamente spinto la nostra musica su un livello superiore.

È stato difficile mixare l’album?
Nel primo mixaggio c’era più roba. Abbiamo pensato fosse meglio semplificare un po'. Per il resto è stato facile. Se n’è occupato un ragazzo islandese che vive a Los Angeles.

Cos’è post punk per voi?
Ci consideriamo una “fun band” e non sappiamo cosa sia post punk. Si parla di un genere nato più di trent’anni fa e di un’etichetta che viene appiccicata un po' su tutto.

Come avete scelto di chiamarvi in questo modo?
Quando lo abbiamo scelto eravamo giovani, sciocchi e senza pensieri. Non ha alcun significato. È facile da cercare su Google. Inoltre non è semplice da imparare all’inizio ma una volta imparato è impossibile da dimenticare.

Da otto anni siete protagonisti di Iceland Airwaves. Qual è stato il concerto più elettrizzante in tutte queste edizioni?
A mio parere quello dell’altra sera all’Harpa perché per la prima volta abbiamo potuto prenderci tutto il tempo che volevamo.

Qual è l’artista più interessante nell’edizione di quest’anno?
Lord Pusswhip. La scena di Reykjavík è piccola e tutti si conoscono. É sicuramente unica ma alla lunga può diventare noiosa. I nostri amici vengono ai concerti e trascorrono del tempo insieme a noi ma ci ispiriamo in larga parte ad artisti stranieri.

Ci sono groupies nella scena islandese?
Qualcosa nella comunità metal ma le ragazze per le punk band scarseggiano.

(parole di Kaktus Einarrson)

Fufanu
From Islanda

Discography
Few More Days To Go (2015)
Sports (2017)
The Dialogue Series (2018)