-Core
Lost Society
Finlandia
Pubblicato il 07/10/2022 da Lorenzo Becciani

Bei capelli…
Ah ah grazie mi sono fatto il colore qualche ora fa.

È divertente ascoltare le vostre nuove canzoni e non solo per il fatto che sono cresciuto con il crossover ed il nu metal degli anni ‘90. Dobbiamo considerare ‘No Absolution’ un disco di transizione visto ciò che proponete con ‘If The Sky Came Down’?
Non saprei dirti con certezza. Forse è stato un disco di transizione nel senso che da quel momento ce ne siamo fregati sempre meno di quello che pensava la gente. All’inizio difendevamo le nostre radici e quindi il thrash, gli Iron Maiden, i Children Of Bodom e così via. Avevamo sedici anni ed era naturale cercare di essere veloci e puntare su cose sicure. Abbiamo però sempre ascoltato musica diversa e con il passare degli anni ci siamo messi in gioco, aggiungendo il growl per esempio oppure sperimentando con l’elettronica e col metalcore. É stato un processo naturale e credo che ‘If The Sky Came Down’ sia la nuova frontiera del “fottetevi tutti”. Rappresenta quello che siamo adesso. Tra dieci anni chissà cosa succederà.

La libertà è importante per un artista, ma ci sono anche le etichette, i manager, il pubblico e ovviamente gli amici. Come sono state le reazioni quando avete fatto ascoltare il nuovo materiale?
Siamo rimasti sorpresi anche noi del fatto che sono state quasi tutte positive. Credo che abbiano capito che per noi era qualcosa di naturale. Siamo sempre i Lost Society al cento per cento, ma abbiamo aggiunto nuovi elementi. Ci sarà sempre chi ci volterà le spalle, ma ci auguriamo che lo faccia dopo aver ascoltato il disco e non perché prima facevamo musica diversa.

È stato un processo rilassato?
Dal punto di vista della composizione e della registrazione lo è stato sicuramente. Il problema è stato ciò che ha generato i testi e la musica e non c’entra quasi niente la pandemia. Il processo ha avuto inizio nei primi mesi dello scorso anno e ho subito capito che si sarebbe trattato di un album molto personale per me. Purtroppo negli ultimi due anni la vita mi è crollata addosso e tutto ciò che avevo attorno ha smesso di funzionare. Ho lavorato a queste canzoni come se fossero l’ultima cosa che avrei fatto nella vita e mi hanno salvato. È stato terapeutico per me.

Può esserlo anche per chi ascolta?
Sì, certamente. Mi viene in mente quando ero un adolescente e ascoltai per la prima volta ‘The Prisoner’ degli Iron Maiden, con quel verso incredibile “I’m not a number, I’m a free man”. Rimbalza ancora nella mia testa. Oppure quando andavo al college e odiavo tutti.

È stato difficile scegliere i singoli?
Fin dal primo momento sapevamo che ‘112’ sarebbe stato un singolo perfetto. È perfetto anche come pezzo introduttivo del disco.  

A livello di produzione cosa desideravate ottenere?
Abbiamo voluto al nostro fianco Joonas Parkkonen perché volevamo distinguerci dalle produzioni metal di oggi, che sono tutte uguali alle altre. Volevamo che la batteria suonasse come una batteria e che chitarre e voci avessero un’anima come nei dischi degli Slipknot o degli In Flames. Abbiamo corso dei rischi ma siamo estremamente felici del risultato.  

A livello vocale sei cresciuto molto..
È strano perché all’inizio pensavo solo a migliorarmi come chitarrista. Da qualche anno ho cominciato a seguire di più l’istinto e sperimentare tecniche nuove. Adoro Corey Taylor, che ritengo il migliore cantante al mondo, ma anche Chester Benington ha significato molto per me. Sono esempi importanti, ma poi ho fatto tutto di testa mia. Ricordo di aver letto un’intervista di Randall Blythe dei Lamb Of God in cui affermava che chi canta in growl non può copiare qualcuno, perché è qualcosa che ti viene da dentro. Vale lo stesso per me. 

Cosa dobbiamo attenderci dal prossimo tour?
É una vita che non giriamo l’Europa e non ricordo nemmeno da quanti anni non passiamo dall’Italia. L’ultima volta una fan mi ha chiesto di regalarle le mutande! Abbiamo due dischi da promuovere visto tutto quello che è successo e stiamo preparando un set esplosivo.

Quanto è importante il look per te?
Lo è sicuramente. Nel 2022 non è solo importante avere un’immagine ma avere l’immagine di una band. Il concetto di rock è cambiato molto. Mi piacciono molto i tatuaggi come puoi vedere, ma il loro significato non è necessariamente connesso a ciò che faccio con la musica. Per quanto riguarda i vestiti, li trovo a buon mercato nei mercati oppure li compro online.  

(parole di Samy Elbanna)

 

Lost Society
From Finlandia

Discography
Fast Loud Death (2013)
Terror Hungry (2014)
Braindead (2016)
No Absolution (2020)
If The Sky Came Down (2022)