-Core
Frostbitt
Norvegia
Pubblicato il 13/01/2023 da Lorenzo Becciani

Come si sta a Drammen? Quali sono i posti più interessanti da visitare da quelle parti?
È un posto molto bello e pacifico. Non troppo lontano da Oslo. L’aspetto positivo della Norvegia è che sei circondato dalle montagne e da incredibili paesaggi naturali un po’ ovunque e quindi se ti piacciono le camminate è il luogo perfetto dove vivere. A Drammen puoi trovare l’Elveharpene, un’installazione di due otturatori sferici sulle rive del fiume che attraversa la città.  Si narra che siano connessi e che urlando in uno si possa sentire la voce dall’altra parte del fiume.

Come è nata la band? Qual era la visione quando avete iniziato? 
A partire dal 2012 abbiamo iniziato a sperimentare diversi stili di metal dopo aver suonato metalcore classico per sei anni circa. Nei due anni precedenti alla nascita dei Frostbitt abbiamo cercato di capire quale potesse essere il più nuovo e sconosciuto stile in termini di musica heavy, che poi si è rivelato essere il djent. Così siamo stati ispirati da band come Meshuggah e Mnemic e abbiamo cominciato a giocare con accordature basse e ritmiche stravaganti. Per questo abbiamo cambiato nome e inserito nuovi membri. La visione all’epoca era ambiare ad un suono gelido come il vento del nord attraverso effetti chitarristici, senza seguire le ovvie strade del black metal. 

Com’è la line-up adesso? 
A parte l’ingresso del chitarrista solista Andreas, avvenuta nel 2021, la line-up non è cambiata dal 2014 ovvero quando Emil si è unito a noi come chitarrista ritmico, prendendo il posto di Ivan e lasciandogli il compito di cantante.

Quanto sono stati importanti ‘Frostbitt’ e ‘Solbrent’ per definire il vostro sound ed evolvere il songwriting?
Tutto ciò che abbiamo registrato sotto il moniker Frostbitt è stato estremamente importante per l’evoluzione del nostro sound, visto che abbiamo concentrato i nostri sforzi maggiori sulla sperimentazione e sul rendere il sound sempre più interessante. Un processo che richiede tante prove e non sempre ottiene come risultato qualcosa che ci si aspettava. Sentiamo però che stiamo navigando nella direzione giusta, soprattutto con quest’ultima release.

‘Frostbitt’ è stato mixato da Buster degli Humanity’s Last Breath. Siete ancora in contatto? Com’è stato lavorare insieme? 
Abbiamo realizzato con lui la versione del 2015 del nostro primo album ed è venuta molto bene! Il problema era che alcune delle nostre registrazioni non erano ottimali per essere mixate e masterizzate. Dopo quel lavoro abbiamo fatto tante ricerche e Emil ha cominciato a prendere il mixaggio seriamente, in modo da permetterci di avere il controllo totale sul materiale. In questo modo se qualcosa va cambiato o scartato possiamo farlo anche nelle ultime fasi della produzione. Siamo in buoni rapporti con Buster. Non parliamo molto ma ci siamo scritti diverse volte e desideriamo il massimo per lui. Ammiriamo immensamente il suo lavoro!

Cosa volevate cambiare o migliorare con ‘MACHINE DESTROY’? 
Volevamo definire ancora meglio il nostro sound e togliere alcune referenze ovvie e o strutture compositive casuali. Volevamo che ogni sezione fosse solida in maniera da potere ripetere certi elementi e ottenere vere canzoni. Siamo davvero soddisfatti del risultato. 

Di quale tipo di macchine parlate? 
Ci sono diversi concept dietro a quest’album e tutti si basano sull’evoluzione futuristica del genere umano con il percorso tecnologico che ormai abbiamo intrapreso da tempo. ‘Machine Destroy’  parla della distruzione dell'umanità attraverso la tecnologia e l'ascesa dei robot mentre ‘Ocean Flanger’ racconta di un luogo o un'area in cui gli umani trasferiscono la loro coscienza in un altro entità. Si può trattare di macchine, nuvole, internet o qualcosa di ancora più astratto.

Dove avete registrato le tracce? 
É tutto autoprodotto, registrato nelle nostre abitazioni o presso la nostra sala prove. Per le chitarre ritmiche abbiamo usato Axe FX Ultra mentre per basso, parti soliste e parti pulite di chitarra abbiamo usato una varietà di plugin Neural DSP.

Quali sono stati i momenti più eccitanti?
Ce ne sono stati tanti!  Dall’usare le tonalità in drop per i riff all’utilizzare un drummin’ più selvaggio o voci più acute in certi passaggi. Alla fine credo che i riff armonici del disco facciano la differenza e ci permettano di distinguersi nella scena di oggi.

Provate a recensire ‘Masked Ghost Host’ e ‘Cyber Walk’ per i nostri lettori..  
Kevin mi ha fatto ascoltare questo folle riff math che ho trasformato nel riff portante della canzone. Volevo qualcosa di semplice ed è diventato potentissimo tanto che ci abbiamo costruito ‘Masked Ghost Host’ attorno. Ho cominciato a jammare con i testi su quel ritmo ed è saltato fuori il termine “ghost” e così è nata l’intro. Mi piaceva anche il groove del termine “masked” e visto che il solo è uno dei più eccitanti dell’album ho pensato di rendere la melodia ed il coro il più possibile catchy. Le liriche parlano di un robot che incorpora empatia e conoscenza umana in un mondo freddo e dominato dalla logica. I severi regolamenti rendono tutto molto difficile ma tramite l’empatia è possibile sentirsi meno soli. In pratica è la nostra versione di I, Robot. ‘Cyber Walk’ è nata come una sorta di prosecuzione di ‘Blizzard’. Quel pezzo è stato una sorta di “splash” nel nostro catalogo e quindi volevamo espande quell’idea con un riff simile. A quel punto è nato un groove davvero heavy ma più alternative rispetto ad altre parti strumentali che avevamo composto. A quel punto ho cercato di unire parti pulite sensuali con parti harsh. Avevo bisogno di un ritornello catchy ascendente per trasformare il pezzo in qualcosa di memorabile. E qui entriamo nel tipo di note alte ultra stridule in contrasto con le folli note basse e gli acuti striduli delle chitarre. L’assolo poi è molto semplice quindi il pezzo è modulato tra un groove pesantissimo ed elementi melodici. Le liriche parlano di sacrificare il corpo umano e trasferire la propria coscienza su un database. É simile al concept di ‘Ocean Flanger’.

Come componete di solito?
É una combinazione di idee ritmiche e strutture armoniche funzionali. A volte nasce tutto da riff che scriviamo con Guitar Pro 5. A quel punto Emil trasferisce le idee in un demo midi basato su dei plugin e ci proviamo sopra delle parti vocali.

Qual è stato il vostro migliore concerto fino adesso?
L’ultimo show all’Union Rock è stato speciale e la reazione del pubblico è stata la migliore da quando ci eravamo esibiti all’Euroblast Festival nel 2019. Abbiamo suonato solo pezzi nuovi più ‘Blizzard’.

Le vostre tre band norvegesi di sempre..
A parte le solite band black metal, ci piacerebbe citare formazioni come TheFalls e Atena che sono abbastanza simili a noi. Se invece parlassimo di band scandinave allora sicuramente Meshuggah, Vildhjarta e Mnemic.

I vostri tre album del 2022..
Meshuggah - Immutable
Rammstein - Zeit
Animals As Leaders - Parrhesia

Frostbitt
From Norvegia

Discography
Frostbitt - 2015
Solbrent - 2018
MACHINE DESTROY - 2023