Prima di tutto complimenti. ‘Tulpa’ è una delle release più interessanti di quest’anno.
Grazie mille. É motivante sentirtelo dire. Ogni volta che nasce una nuova band o un nuovo progetto, non sai mai cosa penseranno le altre persone e quindi è molto bello vedere tante persone eccitate per questa uscita.
Com’è stata la tua esperienza negli Obscura? Perché hai lasciato la band? Qualche rimpianto a riguardo?
Gli Obscura sono stati molto importanti per la mia carriera. Non ho mai suonato tanti show come con loro. Ho definito il mio suono e composto materiale che ha contribuito a definire anche il mio stile di scrittura. Non vedevo possibilità di progredire ed un futuro positivo quindi ho preferito mollare. Da quel momento la mia carriera è andata sempre in meglio e sono sempre più felice. Non ci sono dubbi sul fatto che abbia fatto la scelta giusta.
Suoni pure con Alkaloid e Obsidious. Quanto è differente il tuo approccio con queste altre due line-up?
I concept delle band sono molto diversi tra loro. La musica degli Alkaloid è più selvaggia e sperimentale. Oscura e sporca, mentre quella degli Obsidious è più moderna e miscela stili che normalmente non funzionano bene insieme, come il power metal e il death metal per esempio. In entrambi i casi il grado di complessità è notevole. Ci piacciono le sfide e scavare nell’estremo.
Com’è stato collaborare con i Beyond The Black e Hannes Grossman?
Hannes è un ottimo amico e vive nella mia stessa città. Ci siamo conosciuti tramite gli Obscura e suoniamo insieme negli Alkaloid. Sono sempre stato un fan del suo stile di composizione e sono felice che mi abbia voluto sui suoi lavori solisti. Quella con i Beyond The Black è una storia diversa. In molti mi conoscono per il fretless bass che è molto presente nel mix. Nei Beyond The Black sono il bassista live e cerco di assecondare le esigenze del suono della band. Fanno symphonic metal, piuttosto di moda in Germania adesso, e quindi i loro show sono di grande portata e più commerciali. Quest’anno siamo saliti sul palco del Wacken e mentre ti sto rispondendo sono sull’aereo che mi porterà con loro in Nuova Zelanda, per alcune date. In generale sono felice di tutte le opportunità che mi sono state concesse e sono circondato da grandi persone.
Quali erano le tue ambizioni quando hai iniziato la carriera solista?
All’inizio non avevo alcuna strategia di business. Volevo solo registrare le mie canzoni e condividerle. Questo ha portato degli effetti positivi. La gente ha cominciato a riconoscere il mio stile compositivo e mi sono dovuto occupare di tante cose nuove come i testi ed i concept degli album. Mi è servito a crescere.
Quando hai cominciato a scrivere il materiale per ‘Tulpa’? É stato un processo complicato?
Quando ero ancora negli Obscura, cercavamo nuove sonorità per la band. Ho composto con diversi obiettivi. Stavolta ho scritto il materiale che mi trasmetteva una certe emozione. Visto che non si adattava a nessuna band in cui milito, ho pensato che fosse un’ottima idea pubblicare un solo album. Il processo compositivo è un po’ complicato in effetti. Primo compongo con un software midi e svolgo la pre-produzione con Cubase. In questo modo ho un’idea più precisa di come sarà la canzone alla fine. Quando ero giovane ho sempre cercato di capire come facessero i grandi musicisti a comporre, ma non è semplice da descrivere e questo è il motivo per cui si trovano poche informazioni in rete a riguardo. Il mio songwriting è molto metodico. Per questo ho realizzato dei video che riprendono tutti gli step del processo e che sono disponibili sul mio sito.
Dove hai registrato le tracce? Che suono volevi ottenere?
Ho registrato il basso nel mio studio personale, così come le parti degli altri musicisti che sono sull’album. Hannes ha registrato e prodotto le sue parti di batteria ai Mordor Studios. Volevo un suono dinamico con un basso molto più presente rispetto ai tipici dischi metal. A tal proposito ho usato sempre le stesse tastiere e gli stessi strumenti in modo che le medesime vibrazioni accompagnassero l’intero ascolto.
Quanti bassi hai suonato sul disco?
Diversi bassi fretless della Ibanez. É semplicemente lo strumento migliore per esprimermi. Sento come se potessi anche cantare con quella tipologia di bassi. A metà delle registrazioni mi hanno spedito un basso con una steel fretboard e l’ho usato per ‘King Of Hearts’ e ‘Our Soul Sets Sail’. Lo puoi vedere pure nel video.
Qual è stato il momento più eccitante delle registrazioni?
Come ti dicevo è stata la prima volta che scrivevo i testi per un album. Ho trovato un vecchio libro tedesco che racconta la storia di un lord austriaco che cerca di creare uomini artificiali con un alchemista. Alla fine fallisce ma la storia narra che dieci piccole creature vengono comunque portate in vita, in barattoli riempiti di certi liquidi. Quella storia mi ha ispirato a scrivere un pezzo su ognuno di quei personaggi. In ‘Queen Of Hearts’ la musica segue addirittura le liriche e c’è un momento drammatico in cui lei vede il re quasi morire che ho ricreato con un synth che imita il battito cardiaco e poi un riff a testimoniare che il re è ancora vivo.
Ci sono molte collaborazioni nell’album. Qual è quella che ti ha colpito di più?
Da adolescente ero un grande fan dei Masterplan. Poi Roland Grapow ha suonato in uno dei miei album preferiti degli Halloween ovvero ‘The Dark Ride’. L’ho incontrato al 70000tons of Metal e siamo rimasti in contatto. Ero davvero contento quando ha accettato di suonare sull’album. Non sapevo come si sarebbe adattato al death metal, ma è stato grandioso e il pezzo è stato scelto come primo singolo. Questo tipo di collaborazioni per me ha senso, molto più che invitare musicisti del medesimo ambito.
Prova adesso a recensire ‘King Of Hearts’ e ‘Our Soul Sets Fail’ per i nostri lettori.
‘King Of Hearts’ è stata l’ultima canzone che ho scritto per l’album. É stata scritta rapidamente perché a quel punto avevo chiara in testa l’atmosfera dell’album. Volevo un disco pieno di riff e melodie come in ‘King Of Hearts’. ‘Our Soul Sets Fail’ è il secondo singolo. Adoro il chorus e le linee vocali di Javi, che suona con me negli Obsidious. Poi puoi ascoltare il solo di basso ed a metà traccia mi sono divertito con una serie di poliritmiche, che avevo in mente fin dal principio.
Chi è ‘Sister in Black’? É sexy?
É la sola traccia strumentale del disco. Il titolo si riferisce alla suora che fa parte dei dieci personaggi. Non ci sono assolutamente informazioni su di lei nel libro e quindi non ho dovuto scrivere il testo, ma se hai un fetish per suore alte venti centimetri e chiuse in un barattolo da laboratorio, allora potrebbe essere sexy per te.
Stai pianificando di suonare dal vivo?
No, non penso che farò dei concerti. Sono stato in tour con cinque band diverse quest’anno e quindi non sento la necessità di aggiungere altre date. Ci sono troppe band in circolazione ed è già difficile stabilizzare nella scena quelle con cui suono regolarmente.