Come definiresti il suono degli Slowmotion Apocalypse ?
Molto duro.
La line up attuale è il risultato della fusione tra due band, pensi che il vostro sound sia più la normale evoluzione di una delle due parti oppure un progetto del tutto indipendente?
Direi del tutto indipendente. I progetti da cui originiamo erano prevalentemente di stampo hard-core, con SMA abbiamo voluto dedicarci al metal tout court. Poi che le influenze legate al passato ci siano è un dato di fatto ma credo sia dovuto ai nostri ascolti, al nostro background nel complesso e non solo a ciò che facevamo con le due bands precedenti.
Come è nata la vostra collaborazione con Scarlet Records? Avete ricevuto offerte da molte etichette?
Le offerte non sono mai mancate. Avevamo già lavorato con l"americana Tribunal Records ma avere un oceano di mezzo e una scarsa promozione in Europa non era proprio la situazione ideale. I ragazzi della Scarlet avevano sentito parlare bene di noi in diverse situazioni, hanno visto che puntavamo molto ai live e hanno pensato che fossimo la band che cercavano.
Non per farvi i conti in tasca, ma con le vendite dei cd e i live riuscite a vivere di musica? Come riuscite a far coincidere gli impegni di lavoro con quelli musicali?
Sfatiamo un po" di miti. Vivere di musica estrema è molto difficile. Sono davvero poche le band che riescono a farlo e la maggior parte di queste sono persone che trascorrono la maggior parte del tempo in tour per poi sbarcare il lunario con qualche lavoro saltuario. Con i cd si guadagna poco, anche molto meno di un euro a copia e va considerato che una band ha sempre un sacco di altre spese. I live sono il miglior metodo per promuoversi ma per un gruppo a inizio carriera è già un ottimo risultato riuscire a coprire le spese. Spesso per essere inseriti come spalla di qualche gruppo in tour europeo bisogna sborsare anche qualche migliaio di euro e quindi le spese non finiscono mai. Credo che l"unica via per racimolare due soldi sia fare merchandise e sperare che piaccia al proprio pubblico. Quanto ad impegni di lavoro per qualcuno di noi è più facile perché hanno modo di gestirsi autonomamente ma c"è anche chi deve sempre litigare con il capo per poter venire a suonare o chi si è dovuto licenziare da un posto fisso per registrare il nuovo album. A metterla giù così sembrerebbe tutto nero, in realtà quello che facciamo ci piace anche se ci costa molti sacrifici e tantissima dedizione.
Generalmente intorno alle band si stringe sempre una piccola cerchia di amici che finiscono con essere parte stessa del gruppo tra le fila del pubblico. Per voi quanto è vero questo fatto? Quanto vi ha aiutato la vicinanza di queste persone?
È successo anche a noi e succede ancora. Devo dire che tutti gli amici che ci sono stati vicini e continuano a farlo hanno contribuito a darci forza e a credere in questo progetto.
Le grafiche che vi accompagnano sono molto interessanti, chi vi segue da questo punto di vista?
Godiamo di assoluta libertà e ne approfittiamo. È una parte della nostra immagine a cui teniamo moltissimo e su cui investiamo molte delle nostre energie. Per le grafiche dell"ultimo album abbiamo lavorato con Miracle Artworks, un artista milanese che abbiamo conosciuto grazie ad internet e con cui ci troviamo molto bene.
Come vedeta la situazione musicale italiana? Le vostre esperienze all"estero come sono?
Non certo piacevole per chi suona musica non strettamente commerciale. Ci sono un sacco di tasse inutili da pagare che all"estero non esistono - tipo band di dilettanti costrette a pagare i contributi ad Enti Previdenziali da cui non vedranno mai un soldo - e l"italiano medio in genere si accontenta di quello che gli propina la radio, con tutte le conseguenze del caso ovvero stadi pieni per i "grandi nomi" della musica leggera, discoteche idem e i locali che preferiscono far suonare gruppi di cover piuttosto che nuove band con qualcosa di nuovo da dire. La situazione all"estero non la conosciamo ancora abbastanza bene per poterla giudicare. Una cosa sola ci è saltata all"occhio fin da subito: a nord dei nostri confini nazionali ci è spesso capitato di suonare in strutture comunali attrezzatissime, dove sono gli stessi ragazzi del luogo ad organizzare i concerti, spesso con supporto finanziario da parte dell"Amministrazione Comunale. Poi qualcuno si chiede perché invece dalle nostre parti si passa la serata a bere o come mai i giovani non abbiano iniziativa.
Secondo voi la saturazione della scena metalcore collassando si porterà nella tomba anche il death melodico come il vostro?
Non è la prima volta che mi si pone questa domanda. Non lo so. Ormai la musica funziona a cicli. Dieci anni fa era tornato di moda il punk, adesso il rock intellettuale ed il metal svedese e fra dieci un"altra cosa, che ne so? La Motown. Noi ce ne freghiamo, e se tra dieci anni suoneremo ancora staremo suonando quello ci sembrerà avere senso in quel momento.
Ci vuoi parlare del video di ‘The Imsomniac’ ?
Il video è girato da Frank Martelli, un collettivo di autori che è già stato al lavoro con Ulan Bator, Mauro ‘Theo’ Teardo, The Jains. Ci piaceva molto la qualità dei loro lavori e abbiamo deciso di fargli girare il video. Sono stati loro stessi ad ideare le scenografie e lo storyboard. È stata una fatica nera per noi e per loro ma siamo giunti ed un ottimo risultato. Il video si può vedere oltre che in televisione anche sui maggiori portali internet del settore.
Ti ricordi di un concerto o una qualsiasi altra situazione che vi ha fatto sentire veramente vivi ?
Certamente. È successo all"inizio di ottobre a Sassari. Non avevamo mai visto un pubblico con così tanta grinta e voglia di divertirsi. Un vero macello! In più aggiungici dell"ottima birra, grande ospitalità e le ragazze più belle e alla mano mai viste prima. Direi che ne è veramente valsa la pena.
Progetti per il futuro? Avente in mente qualche collaborazione particolare o magari qualche side project?
Stiamo ultimando la produzione del nostro nuovo album che dovrebbe uscire ad aprile 2007. Abbiamo parecchi live in programma e se ne aggiungeranno presto degli altri, sperando di riuscire a lavorare molto bene all"estero. Di tempo per progetti paralleli non ce ne rimane proprio.