A che ora è finito il tuo ultimo party?

Un paio di ore fa ma questa sera ci troviamo di nuovo con alcuni amici..

 

Abbiamo tutti una bizzarra percezione dei backstage delle rock band. Come possiamo descrivere il vostro? Pieno di droghe e groupies?

Non siamo molto per le droghe quanto per il bere. La birra scorre a fiumi e siamo fanatici del whiskey. Soprattutto quello scozzese. Riguardo alle groupies cerchiamo di controllarci visto che abbiamo tutti famiglia.

 

Pensate di avere una buona reputazione nella comunità metal europea?

E' sempre difficile perché proveniamo dal rock n' roll. Non è stato semplice sfondare in Germania dove regna ancora il power metal. In altri paesi come l'Italia e la Spagna invece abbiamo un seguito eccellente. 

 

Qual è il peggiore rimpianto in dieci anni di carriera?

Senza dubbio i problemi che abbiamo avuto in tour con l'ex chitarrista anche se siamo ancora amici e ci sentiamo quasi tutti i giorni.

 

Cosa vi ha spinto a pubblicare una raccolta in questo momento?

Intanto volevamo festeggiare i dieci anni. In un certo senso è una sfida rimanere freschi dopo tutto questo tempo. Inoltre rilasciare la raccolta ci darà più tempo per lavorare al nuovo album. In questi anni abbiamo guadagnato nuovi fans in Germania con 'Beg For It' e molti di loro in tour ci hanno fatto presente che non conoscevano le nostre vecchie canzoni. 

 

Prova a recensire 'We Don't Need A Cure' per i nostri lettori..

E' un pezzo decisamente atipico per noi. Un bel warm up per i concerti con una melodia che cresce a dismisura. Il testo è insito nella nostra storia perché più volte in carriera ci siamo trovati con persone che volevano dirci cosa fare. Non ci interessa avere successo in quel modo. We don't need a cure..

 

Quando l'avete scritta?

Il riff principale è nato nel camerino di un locale quando eravamo in tour. Abbiamo registrato il demo nel migliore modo possibile e appena tornati siamo entrati in studio. In due giorni era pronta. Magari non adotteremo più questo metodo ma è stato divertente.

 

Possiamo considerare la canzone un'anteprima di come sarà il nuovo album?

Non credo proprio. 'We Don't Need A Cure' è un pezzo perfetto per una raccolta mentre il nuovo materiale suona come il Black Album che è tuttora il nostro bestseller. 

 

Quali sono i vostri piani?

A novembre e dicembre saremo impegnati in alcune date in Svezia e Finlandia. In primavera attraverseremo il resto del continente e poi parteciperemo ai maggiori festival estivi. L'idea è quella di entrare in studio per registrare il nuovo album a settembre. 

 

'Split Your Lip' è vecchio di un anno. Siete totalmente soddisfatti del disco o cambiereste qualcosa?

Un paio di canzoni a mio parere non stanno bene con le altre ma è stato registrato praticamente live e quindi ha delle caratteristiche particolari. 'Moonshine' ha avuto un enorme successo come singolo e le radio non hanno ancora smesso di trasmetterla.  Il prossimo sarà differente, i demo sono fantastici e i nostri fans devono attendersi una manciata di canzoni da grandi arene con una produzione spaventosa.

 

Ricordi il primo show con la band? 

Avevamo ancora il vecchio batterista e suonammo in un locale di Goteborg chiamato Sticky Fingers. Silver ci raggiunse solamente sul palco quindi facemmo il soundcheck senza chitarrista e fu un mezzo disastro. 

 

Avete mai pensato di trasferirvi negli Stati Uniti?

Adde ci ha vissuto tre anni. 'Hardcore Superstart' e 'Split Your Lip' sono stati pubblicati anche oltre oceano ma sinceramente preferisco dieci date folli in Giappone all'idea di un tour di sei mesi nei peggiori buchi americani. 

 

(parole di Martin Sandvick)