-Core
Deathstars
Svezia
Pubblicato il 23/07/2014 da Lorenzo Becciani

Tante interviste possono rivelarsi estremamente noiose sia per le domande scontate del giornalista, giunto alla decima in una settimana, sia per le risposte predefinite dell'artista che in qualche giorno deve curare l'intera promozione o quasi della propria release. Qualche volta capita di trovare dall'altra parte del telefono o della videocamera un personaggio che ha davvero voglia di parlare, sfogarsi e raccontare quello che si cela dietro a quaranta o cinquanta minuti di musica. Non solo dettagli tecnici ma anche storie personali, punti di vista e battute che ti fanno percepire il lavoro in maniera diversa. Quella che leggerete è una minima parte dell'intervista con Andreas Bergh ed il resto rimarrà un nostro segreto. Posso però assicurarvi che l'apparenza ostica, distante e spettrale che ha sempre accompagnato il cantante dei Deathstars nasconde invece un musicista emotivo, di notevole spessore culturale e che forse sta ancora cercando la propria dimensione.

Quando avete pubblicato il Greatest Hits mi hai confessato che la tua carriera aveva vissuto momenti turbolenti fino allora ma che era venuto il momento di guardare al futuro con rinnovata speranza. La pensi sempre allo stesso modo?
In cinque anni sono cambiate tante cose. Essere in una band è una sorta di relazione che vive continui alti e bassi. Dopo il tour siamo sempre stressati e dobbiamo fermarci un po' per non scoppiare. Non siamo delle macchine ma accettiamo questa nuova fase con lo stesso spirito di quando abbiamo iniziato.

Te l'ho chiesto perché il nuovo album musicalmente è brillante ma le liriche sono tremendamente cupe...
Rispetto ai primi due album ho imparato molto su me stesso. Credo di essere cresciuto dal punto di vista della performance ed il titolo dell'album è sarcastico. Le liriche parlano di come non avere stimoli ti porti a venerare il nulla e come l'auto-distruzione ti renda indolente. Narrano di distopia ed eventi malati. Ogni canzone riflette una situazione o un argomento che hanno a che vedere con le nostre esperienze viste da una prospettiva oscura. Tutt'altro che una situazione prossima alla perfezione. Questo è comunque il feeling che ci spinge a scrivere musica ed abbiamo sentito l'esigenza di avere una forte connessione con quello che pubblichiamo. 'Night Electric Night' è stato un successo ma eravamo stressati dal management e non siamo riusciti a legarci troppo a quelle canzoni per vari motivi.

Cinque anni per un gruppo come il vostro possono essere molti..
Se la vedi nell'ottica di vendere dischi è sicuramente così ma non è il nostro caso. Facciamo quello che vogliamo e quando riteniamo che sia giusto farlo. Abbiamo sempre rifiutato di conformarci con i modelli stabiliti dalle etichette e dall'industria discografica in genere. Non è nostra intenzione metterci in vendita e non lo faremo nemmeno adesso.

Il ritardo è dovuto anche al cambio di line-up?
Cat Casino ha lasciato la band da tempo ma non abbiamo mai realmente pensato di sostituirlo. Questo perché ci siamo resi conto quasi subito che anche in quattro siamo potenti allo stesso modo.
Inoltre nei Deathstars io e Nightmare siamo sempre stati gli unici responsabili del songwriting e quindi non è cambiato niente. 'The Perfect Cult' è nato in diversi studi di registrazione ma questa volta siamo rimasti in Svezia e l'approccio è stato molto differente. Batteria, basso e chitarre sono state registrate ai Bohus Sound Recording a Kungälv, le voci ai Gig Studios di Stoccolma mentre tastiere ed orchestrazioni ai Black Syndicate sempre nella capitale.

Quanto tempo avete impiegato a comporre il nuovo materiale?
Il novantasette per cento delle canzoni è stato composto da Nightmare e quando erano pronte quasi tutte le parti di batteria e chitarra mi sono serviti circa due mesi per le voci. Ho avuto bisogno di qualche pausa e posso assicurarti che quando sono uscito dallo studio ero a pezzi. Quando lavoriamo ad un album non lo facciamo ascoltare a nessuno per non essere condizionati in alcun modo e quando finiamo siamo stravolti. Era inverno e non ne potevo più del clima rigido di Stoccolma e della città in generale quindi ho venduto il mio appartamento e mi sono trasferito a Firenze dove abito anche adesso. Avete una cultura fantastica e sto scoprendo dei posti bellissimi. Finita la promozione ripartiremo in tour e ci staremo per almeno due anni quindi avevo la necessità di ricaricarmi.

A livello sonoro cosa volevate ottenere questa volta?
Insieme a Roberto Laghi abbiamo ritagliato più spazio alla batteria. I versi sono leggermente più lunghi e la vena è quella di 'Termination Bliss' anche se non lo abbiamo deciso prima. Il mixaggio è stato effettuato come in passato da Stefan Glaumann ed il suono è più organico e ricco di elementi. 'Night Electric Night' se vogliamo era un album da party mentre 'The Perfect Cult' è decisamente più crudo e complesso.

Perchè avete scelto 'All Devil's Toys' come singolo?
E' stata l'etichetta a volere puntare su quella canzone. Ognuno di noi vorrebbe un pezzo diverso e quindi è più facile fare scegliere ad altri. Abbiamo girato il video in Serbia e devo ammettere che il risultato è ottimo. Ci rappresenta molto.

Voi ed i Rammstein siete le maggiori icone dell'industrial nel vecchio continente. Cosa avete imparato da loro in tour?
A non ascoltare nessuno. Stare a stretto contatto ci ha fatto capire quanto sono indipendenti nelle loro scelte. Portano avanti le loro idee incuranti di quello che potrebbe essere più conveniente dal punto di vista economico. Il loro show è grandioso proprio per questo. Non hanno smarrito la spontaneità dei primi tempi.

Le foto promozionali sono da brividi. Dove avete trovato quelle uniformi? Quanto è importante il look per voi?
Proveniamo tutti dall'immaginario black metal ed allo stesso tempo siamo fans dei KISS quindi è normale riconoscerci in un certo tipo di iconografia. Possiedo decine di uniformi nell'armadio. Il look non è importante per la musica quanto per la band.

Che rapporto hai con i social network?
Non molto positivo infatti mi sono appena cancellato da Facebook. In realtà adesso non è più necessario avere un sito internet. Leggo di tanti gruppi interessanti ma alla fine ascolto sempre Alice Cooper, The Stooges e Sister Of Mercy.

Qual è la richiesta più bizzarra mai ricevuta da un fan?
Ce ne sono tante. Magari baciarmi gli stivali oppure dormire con la propria fidanzata.

Sono curioso di sapere di cosa parla il testo di 'Track, Crush & Prevail'...
Paura, debolezza, incapacità di mettersi in gioco ancora una volta. Molte situazioni di cui parlo nell'album si rifanno allo scenario di Stoccolma dei primi anni della band. Tornare indietro nel tempo mi ha ricordato quanti sogni avevo e come molte cose sono andate a rotoli. Per giorni non sono uscito di casa e non sono andato a nessun party.


(parole di Whiplasher)

Deathstars
From Svezia

Discography
Synthetic Generation 2004
Terminal Bliss 2006
Night Electric Night 2009
The Perfect Cult 2014
Everything Destroys You 2023