“Ora” è una parola forte, che esprime l’urgenza e l’ethos del quarto album, spudoratamente rock, della band di Reading, ’21st Century Fiction’. Questo è “il suono di un uomo sulla trentina, alle prese con ideali irrealistici di mascolinità ed un senso di promessa non mantenuta, circondato da un mondo afflitto dal caos” afferma il frontman Matt Thomson. “E’ il momento di fare il punto della situazione e di guidare la propria nave”.
Anche per una band con tre album nella Top 10, nulla è certo. Gli anni trascorsi da ‘How Will I Know If Heaven Will Find Me?’ (2022) hanno visto il membro fondatore, batterista e ‘fratello maggiore’ Joe Emmett lasciare The Amazons, costringendo i rimanenti a riflettere e a ricalibrarsi. C’era un disco più prevedibile in fermento, che è quasi diventato il quarto album degli Amazons, ma ha lasciato il posto a qualcosa di più urgente, personale ed autentico.
“Il nostro primo disco (omonimo, del 2017), era ad occhi spalancati, ci stavamo semplicemente godendo il momento” ricorda Thomson. “Il nostro rapporto con la pressione autoimposta è diventato chiaro nel secondo e terzo disco. Abbiamo dovuto sbarazzarci di quelle cattive abitudini e ricominciare da capo.”
La miccia per ’21st Century Fiction’ è stata accesa con il singolo di lancio, e traccia di apertura, ‘Living A Lie’, dove i ritmi di Kanye West si insinuano in un paesaggio sonoro industrial alla Nine Inch Nails, mentre Thomson va al nocciolo del disco: trova la tua verità, perchè tutto il resto che ti è stato venduto è fantasia. “Nasce dalla frustrazione di trovarmi in quel posto dove i miei 20 anni stavano finendo, chiedendomi sempre cosa mi sarebbe aspettato dopo, rimproverandomi di non essere all’altezza.”
Come si immaginava la sua vita l’adolescente Thomson, mentre si avvicinava ai 30?
“Sicuramente immaginavo la sicurezza finanziaria, una casa. Ho speso migliaia di sterline quando avevo 20 anni in integratori e in personal trainer, nell’idea che sarei stato più in forma, più forte ed avrei avuto l’aspetto delle persone che vedevi sui social o nei film. Pensavo che mi sarei avvicinato all’ideale di ciò che un uomo dovrebbe essere: stoico, di poche parole, sexy, elegante, esperto di finanza. Stavo pensando di entrare nei miei 30 anni, ma non stavo raggiungendo niente di tutto ciò”.
‘21st Century Fiction’ contiene le canzoni che Thomson aveva bisogno di scrivere, non solo per risollevarsi dalla depressione, ma per una generazione di giovani maschi con le stesse difficoltà e le stesse aspettative. “Siamo dei ragazzi degli anni ’90, gli ultimi figli del XX secolo. Ed essere figli del XX secolo ha portato con sé una visione del mondo su come sarebbe stata l’età adulta nel XXI secolo. Aspettative di progresso e mobilità sociale, ma in realtà eravamo seduti in poltrona. Mi sembra però che ci sia una resa dei conti culturale in corso, ci sono nuvole temporalesche”.
Il titolo del disco parla sia di svelare il costrutto sociale secondo cui “andare all’università, trovare un lavoro, comprare casa e raggiungere la sicurezza” è un diritto dato da Dio. C’è questa chiara navigazione quotidiana tra la realtà e la finzione, che ci viene chiesta ogni singolo giorno.
Rivisitare le ambizioni e le aspirazioni ha creato l’universo sonoro di ‘21st Century Fiction’, tra i classici rock degli anni ’70, l’alt-rock degli anni ’90 ed una sana dose di cinema americano e di Hans Zimmer. Il disco spazia dal grunge di ‘Night After Night’ al blues scatenato di ‘Love Is A Dog From Hell’, entrambi diretti da Catherine Marks negli iconici Real World Studios di Peter Gabriel, una reunion con la produttrice dei primi due album di The Amazons che, da allora, ha vinto il suo primo Grammy dopo aver prodotto ‘The Record’ dei boygenius.
L'album arriva poi al rock-noir di ‘Pitch Black’, al ringhio di ‘Wake Me Up’ che ricorda Jack White, fino all’hard rock di ‘Jou Bought A Gun’. Alla produzione, per la maggior parte del disco, Pete Hutchings (Foals, Royal Blood, Gang Of Youths) che realizza una trionfante ‘My Blood’, in collaborazione con Mike Kerr e Ben Thatcher (alla batteria) dei Royal Blood.
In arrivo il 9 maggio, ‘21st Century Fiction’ segna l’emergere del nuovo sound audace per The Amazons, ancora carico di riff e di aggressitività, ma con un livello di introspezione, energia e grandiosità completamente rinnovati. Con tre dischi nella Top 10 e concerti sold-out in tutto il mondo, The Amazons abbracciano il loro futuro.