Prima di tutto introduciamo il concept di 'BlackOp' ai nostri lettori..
'BlackOp' e' un concetto molto più complesso e profondo di quanto io stesso all'inizio avevo immaginato e pianificato. Sono estremamente soddisfatto di come l'album sia venuto e di come siamo riusciti a fondere e far coesistere i diversi lati della band. All'inizio quello della 'squadra speciale' mi sembrava l'evoluzione naturale, come immaginario, dell'esercito furioso, da soldati in trincea a Elite Squad. Il titolo e' un termine militare che indica operazioni segrete, paragovernative, che operano al di fuori della legge, spesso per 'mettere le cose a posto', quando le vie canoniche non funzionano. Immediatamente ho visto le similitudini tra questo concetto e la vita della band negli ultimi due anni. L'estremo disappunto e i problemi che abbiamo avuto con la nostra vecchia etichetta erano diventati insostenibili. La sola scelta possibile era quella di operare in silenzio fin quando tutto non fosse stato pronto, quando nessuno avrebbe potuto fermarci. Uscire con un prodotto al di sopra delle mode, della media e del mercato, impeccabile, ed ovviamente darlo ad un'altra etichetta. Allo stesso tempo, il cambiamento da 'The Angry Army' era concettuale per quanto riguardava testi e contenuti, questo voleva essere un album molto più personale, dove gli argomenti erano la vita reale che abbiamo vissuto, le esperienze, le battaglie e i compromessi. Tutto vero, tutto reale, tutto vissuto.
Come siete giunti al contratto con Danse Macabre?
Come menzionato prima la nostra vecchia etichetta ci stava causando non pochi problemi, sono stati inadempienti fin dal primo giorno ma le cose sono peggiorate col tempo. Per fortuna, contrattualmente parlando, avevamo il coltello dalla parte del manico perche' 'loro' erano in 'breach of contract' quindi non e' stato difficile per me liberarmi dai vincoli che si sarebbero dovuti prolungare per altri quattro anni. Fatto questo, ho reso pubblico che Hellfire Society cercava una nuova etichetta, diversi sono stati i contatti ma personalmente non volevo perdere tempo e soprattutto non volevo ricadere in un altro contratto del quale mi sarei pentito. Ho contattato personalmente quelle che per me erano le scelte migliori per la band, Danse Macabre era ovviamente tra queste, subito abbiamo capito che c'era interesse reciproco e fin dai primi giorni di trattative mi sono trovato a mio agio sia con Bruno che con il resto della crew. Dopo pochi aggiustamenti al contratto abbiamo firmato e non potrei essere più contento di averlo fatto.
Quali sono i gruppi del loro roster che rispetti maggiormente?
Mi conosci abbastanza per sapere che sono un po' una pecora nera nell'ambiente, non ho molta simpatia per le band 'della scena' in generale e credo la cosa sia reciproca. Ma Danse Macabre ha una grande varietà di band, primi fra tutti i Das Ich, praticamente un'istituzione nel genere, ma anche altri, Left Spine Down, Gothminister, e ultimamente anche la band che ci ha aperto al Trash Fest in Helsinki, i nostri amici Cold Cold Ground.
Quando avete iniziato a comporre i nuovi brani? Quali obiettivi vi siete posti?
La scrittura di questo album e' stata profondamente diversa da quella del precedente, che ha avuto una preproduzione lunghissima anche se non a causa nostra, mentre 'BlackOp' ha avuto un tempo di realizzazione molto corto. Quello che non e' cambiato e' come e' arrivata l'ispirazione, ovvero in modo totalmente inaspettato e spontaneo. 'I Love You' e' stata la prima canzone del nuovo disco, stavo attraversando un momento personale estremamente difficile e tutto mi aspettavo tranne che quello che sembrava uno stallo sterile si trasformasse (oggi lo posso dire) definitivamente nel mio periodo più ispirato. Due mesi per scrivere il resto dell'album, che qualcuno pueograve; trovare 'corto', poco più di trenta minuti, ma questo e' semplicemente perchè non volevo mettere filler come fanno molti artisti. Ogni singolo brano e' amato, sentito e voluto. Non avrebbe avuto senso buttare dentro un paio di pezzi così', tanto per arrivare ai canonici quarantacinquecinquanta minuti. L'obiettivo non c'era durante la scrittura. Come detto era pura ispirazione, incontaminata, la necessita' di tirare fuori tutto quello che negli ultimi due anni mi aveva ferito, reso felice e fatto arrabbiare. Gli obiettivi sono venuti dopo, quando all'ascolto della preproduzione, ci siamo resi conto di avere un prodotto al di sopra della media.
A livello di suoni e produzione quali sono le differenze sostanziali con 'The Angry Army'?
Enormi, sono due album che per quanto 'incollati' l'uno all'altro in qualche modo non potrebbero differire più di così. 'BlackOp' è Hellfire Society al cento per cento, senza fronzoli e crudo. C'è giusto sufficiente spazio nel mix per i tre strumenti base del rock ovvero batteria, chitarra e basso. Questo perchè il suono voleva essere essenziale ed enorme, i brani avevano così tanta forza che non necessitavano addittivi. Al contrario ogni tentativo di inserimento di diversi elementi rubava qualcosa invece di essere un valore aggiunto, era un album che chiedeva soltanto di essere 'tradotto' così come era. 'The Angry Army' è stato invece un lavoro molto più lungo, grande ricerca di suoni, layers e layers di samples. Questo dovuto anche ai lunghi tempi di lavorazione e rilascio. Ma la grande differenza e' concettuale. Nel debutto c'era un po' di timore nell'essere una nuova band impossibile da identificare in un genere preciso, e l'idea era quella di 'piegare' leggermente lo stile della band per meglio farlo sedere nel genere industrial. 'BlackOp' e' senza compromessi, e non si cura dei generi ma crea e ufficializza uno stile.
Durante l'ascolto ho percepito le influenze di System Of A Down e Disturbed. E' il segnale di qualche cambiamento in atto nella band?
Entrambe sono band che ho sempre ammirato moltissimo. Sicuramente c'è stato un cambiamento, ci siamo completamente disinteressati delle etichette e dei generi ed abbiamo fatto esclusivamente quello che ci piace. Continueremo a fare in questo modo perchè ci ha reso assolutamente soddisfatti e felici del risultato.
Adesso presentiamo il disco con un breve track by track...
Face Down Il secondo brano scritto e quello che ha dato il via al concetto di 'BlackOp'. Insieme alla title track traccia una linea tra finzione e realtà talmente sottile che solo i diretti interessati possono dire dove inizia una e dove finisce l'altra. Sempice, cattivo, aggressivo e sfrontato, pareva il brano piu adatto per introdurre la nuova era.
I Love You Il primo brano scritto del nuovo lavoro, mi ha suggerito una nuova forma di scrittura, dove la necessita' di esprimere il pensiero viene prima di tutto. Per fortuna la musica pare risentire positivamente di questo. Una delle tracce che ad oggi ha riscosso più successo, forse anche per la dancefloor vibe che la caratterizza.
BlackOp Ancora una volta una nuova forma di scrittura. Possiamo dividere i brani in due categorie in questo disco: quelli crudi che raccontano esperienze cosi come sono state vissute (incluso il costante 'cursing') e quelle che raccontano una storia, all'ascoltatore decidere se verosimile o meno. In questo caso racconto la storia della Elite Squad, cosa e' successo dopo 'The Angry Army' e come siamo finiti qui. Inoltre e' il primo brano dove il mio cantato e' aperto e pulito, c'era voglia di uscire dal genere ghettizzato e castrante dell'underground e dare la possibilita' alla band di avere un posto nel mainstream rock, oltre alla mia personale voglia di far vedere una profonda differenza tra le finte urla distorte senza talento alle quali troppe volte il genere ci ha abituato e un vero cantante.
The Choice E'' il nostro personale ''fanculo' a quella parte del music business col quale abbiamo avuto sfortunatamente a che fare, quello delle major, dei grandi A&R e Marketing Companies. Rispecchia una delle tante occasioni nelle quali ci siamo ritrovati a parlare tutti insieme di quello che la band ci ha portato a vivere.
HFS L'inno di battaglia della band. Va in congiunzione con il nuovo artwork ed il fatto che molti identificavano gli Hellfire Society con il simbolo di 'The Angry Army'. Volevo invece che la band avesse un marchio da portare avanti da ora in avanti, e insieme a quello, una canzone che introducesse 'con delicatezza' il nostro nuovo volto, ed allo stesso tempo facesse incazzare il resto della scena.
Once Upon A Time Un'altra canzone che racconta una storia, il brano si impernia sul testo portato in primo piano nel mix e accentuato dall'enorme muro di suono intermittente e cadenzato. Volevo un brano lento e pesante, il più pesante mai realizzato. Il testo e' decisamente uno di quelli che più mi tocca da vicino.
The Next Best Thing - Penso che si spieghi da sola. Musicalmente e' inquadrata nel nostro stile al cento per cento, veloci staccati e ritmo serrato, il cantato nelle strofe ha metriche più simili hiphop che non al rock, il concetto e' semplice e diretto. E' dedicata a quelli che ci hanno messo i bastoni tra le ruote e che adesso vedono Hellfire Society crescere con un album che spazza via ogni dubbio.
Burn It Away Il brano al quale sono più attaccato emotivamente senza dubbio, ho avuto seri problemi a registrare questo brano dopo la preproduzione. La sua stesura mi ha completamente prosciugato di tutte le energie, tanto che alcune tracce di voce fatte nella preproduzione sono state usate nella stesura finale perchè non era possibile per me rientrare nello stato d'animo nel quale ero in quel momento. E' il brano piu ispirato, semplice musicalmente dove il testo e' la parte più importante, ma dal punto di vista stilistico mi ha dato modo di lavorare con armonizzazioni nuove per le voci che hanno reso il brano più maturo ed interessante.
Too Loud E' il brano più cattivo dell'album probabilmente, veloce e d' impatto e' quello che ha aperto la mia mente nel riuscire a mischiare ritmiche pesanti, growl monocorde a momenti di melodia in maniera coesa e piacevole, sento tutt'ora questo come una crescita come compositore.
Bad News Una delle mie preferite, riprende il concetto di vendetta iniziato con una delle tracce più popolari che avevamo nel precedente disco, 'Run Rabbit Run'. Il brano anche qui e' caratterizzato da staccati pesanti e cambiamenti radicali, che preparano l'ascoltatore per la fine, la fine dell'album con una delle melodie vocali che più mi piacciono all'interno del nuovo lavoro e che ogni volta mi fa premere 'repeat'.
Contro chi avete intenzione di combattere stavolta?
Principalmente il dito e' puntato contro il music business. Quando sei all'inizio della carriera vedi comportamenti da parte di etichette e manager che imputi al fatto che 'non sono professionisti', in verità ti rendi conto che più sali in alto e più devi guardarti le spalle. Il mondo della musica professionista e' un corridoio squallido dove gli uomini onesti muoiono ai lati della strada come cani, e ladri e papponi girano liberi ed indisturbati..
Ritieni che i nuovi brani siano più adatti alla dimensione live dei precedenti?
Non so se sono più adatti ma noi ci divertiamo un sacco a suonarli. Sono puro rock, come detto rasentano il mainstream rock, se prima non avevamo pose, adesso anche l'ultima ombra e' andata via. Quando non puoi fare a meno di sorridere mentre suoni i tuoi brani significa che hai fatto la cosa giusta. Almeno per te stesso. Credo che il potenziale live dei nuovi pezzi pereograve; sia obiettivamente grande, e forse in qualche modo si, più adatto e trascinante per il live show. Ma questo lo deciderà il pubblico, staremo a vedere.
Quali sono i vostri prossimi programmi?
Al momento dobbiamo pensare al nuovo live, fondere i vecchi brani con quelli nuovi, lavorare al nuovo stage set, il live show prevederà molti giochi di luci che ci seguiranno per dare un'impronta specifica al nuovo spettacolo, c'e il tour da pianificare e tante altre cose, oltre ad impegni promozionali come la chiamata per il nuovo catalogo di XtraX per il quale partiremo il 16 marzo per il photoshoot ufficiale. Successivamente ci sarà la possibilità di ritornare su Rock Band con il nuovo album.
Nel tour che ha seguito la pubblicazione di 'The Angry Army' ma anche durante la promozione di 'BlackOP' hai percepito come limitante la provenienza degli Hellfire Society da una scena arida come quella italiana?
Non all'estero . Per assurdo la provenienza dalla scena italiana è più limitante in Italia che in ogni altro paese. Sappiamo tutti che agli italiani piace essere 'esterofili', tutto quello che non e' italiano, e' meglio. Fin quando non sei riconosciuto all'estero l'essere italiano nel nostro paese rappresenta un grosso limite. Fa quasi ridere. Comunque, la scena più che arida ad oggi pare morta e sepolta, putroppo non solo in Italia. La scena live e' dura ovunque, il mondo della musica e' indubbiamente nella più grande crisi economica che abbia mai visto. Adesso l'incognita è solo vedere se un buon album pueograve; ancora fare la differenza o meno.

(parole di David)