A distanza di tre anni da ‘Constricting Rage Of The Merciless’ la band di New Orleans torna con un nuovo lavoro improntato sull’intransigenza e la fedeltà ai valori che finora l’hanno resa celebre nella nicchia di appassionati di blackened death. Gli insegnamenti di Erik Rutan sono stati tenuti a mente durante le registrazioni, svoltesi assieme al fonico Jarrett Pritchard (1349, Gruesome), ed il risultato è un disco grezzo, ben poco elaborato, diretto e live oriented al massimo. Se la conclusiva ‘Those Who Denied God’s Will’ fosse un pezzo dei Satyricon nessuno obietterebbe niente ma fin dall’inizio L. Ben Falgoust II scarica tutta la sua furia nel microfono e l’atmosfera si fa presto gelida e insalubre. Il limite è quello di tante proposte di questo tipo ovvero la monotonia. Inutile attendersi innovazioni o sperimentazioni dai Goatwhore che preferiscono ambire al titolo di band più rumorosa e anti-religiosa presente nel roster della Metal Blade. Superbe anche ‘Chaos Arcane’, impreziosita da un giro di batteria da paura di Zack Simmons, e ‘Where The Sun Is Silent’, che decelera alla Neurosis per poi esplodere deflagrante.