La pausa non ha fatto bene i tedeschi che compiono un passo indietro rispetto a ‘Tief.Tiefer’ e appaiono una band in confusione, impaurita e condizionata da un’allarmante crisi di identità. Tre anni non sono serviti a non sono serviti a ricaricare le pile e fornire un’altra prova del medesimo livello ma soprattutto, e forse per la prima volta in carriera, si ha la sensazione che i “cavalieri dell’apocalisse” abbiano smarrito quella carica aggressiva, l’irriverenza e la follia degli esordi. La carne al fuoco è sempre molta ed alcuni squarci di luce ci sono (la title track e ‘Herz In Flammen’) ma quel senso di imprevedibilità e sregolatezza che rendeva del tutto elitari i loro lavori in studio sembrano svanite nel nulla. Fuchs resta un frontman versatile (‘Auf Und Nieder’ e ‘The Great Experience Of Ectasy’) e di sicuro la stampa farà ancora fatica a classificare un suono che affonda le proprie radici nella tradizione folk e heavy metal però le tracce inconsistenti sono almeno quattro-cinque e lo spettro della rassegnazione a rimanere una realtà di secondo piano, nonostante l’apporto di un’etichetta importante, è dietro l’angolo. Magari ‘Der Rote Reiter’ andrà bene in patria, per carità, ma l’immagine è quella di tanta energia dispersa e poche idee.