Roadrunner Records non ha più il peso di un tempo ma quest’album è uscito davvero troppo in sordina ed è un peccato perché vale le migliori uscite del gruppo originario della Florida. A due anni di distanza da ‘Silence In The Snow’, i Trivium presentano il nuovo drummer Alex Bent, già attivo con Battlecross e Dragonlord, ma soprattutto vedono il ritorno di Matt Heafy allo scream. I problemi alla voce sembrano solo un brutto ricordo ed in questa dimensione il frontman appare sicuramente più a suo agio. Per il resto siamo al cospetto dell’album in cui la produzione incide forse meno, dietro alla console si è seduto Josh Wilbur (Lamb Of God, Gojira) ed il sound mega-tecnologico di ‘In Waves’ è stato messo totalmente da parte, e che mette in luce le qualità tecniche di Corey Beaulieu e Paolo Gregoletto senza troppe patine o inutili orpelli. I riferimenti all’epicità ed all’approccio prog di ‘Shogun’ sono evidenti e non solo per la durata media delle tracce; in generale si percepisce la volontà di un bilanciamento tra aggressività primordiale – la strepitosa ‘The Wretchedness Inside’ ma anche ‘Sever The Hand’ e ‘The Revanchist’ - ed una certa orecchiabilità – la title track e ‘The Heart From Your Hate’. La maideniana ‘Betrayer’ farà impazzire di gioia i nostalgici di ‘The Crusade’ e la speranza è che il prossimo tour mondiale sia un successo perché nella scena c’è ancora bisogno di formazioni di questo valore.