Stavolta gli svizzeri compiono un piccolo passo indietro non riuscendo a raggiungere le medesime vette compositive di ‘Above’ e ‘Lux Mundi’. Può essere che la ragione sia da individuare in un calo di ispirazione oppure nel desiderio di accontentare le richieste della nuova etichetta e dedicarsi a melodie di effetto e soluzioni dark metal abusate; in ogni caso ‘Hegemony’ non sorprende come ci saremmo aspettati. Va da sé che i Samael sono sempre interessanti dal vivo e che la loro setlist può pescare in tanti di quei masterpiece da fare invidia a formazioni ben più pubblicizzate. Resta il fatto che non tutte le tracce si assestano allo stesso livello qualitativo nonostante il carisma di Vorph e Xy sia intatto ed il nuovo bassista Drop, attivo in passato con Sybreed e Rain, si sia integrato bene nel meccanismo della band che esordì nel 1991 con ‘Worship Him’. Tra i migliori episodi, ‘Angel Of Wrath’ e ‘Black Supremacy’ sembrano possedere il potenziale per diventare dei classici in breve tempo. ‘Land Of The Living’ è invece il classico pezzaccio industrial che ci rimarrà in testa per un bel po' di tempo. Citazioni di Celtic Frost e Venom abilmente disseminate, poderosi stacchi ritmici e linee vocali ammiccanti fanno il resto rendendo l’album dinamico e vario ma pur sempre inferiore agli ultimi lavori.