L’importanza di questa release è duplice. Non solo ‘One More Light Live’ omaggia la figura di artista di Chester Bennington ma rende merito alle tracce dell’ultimo lavoro in studio dei californiani, accusato da una parte dei fan di essere troppo commerciale (in tal senso la scelta di fare uscire ‘Heavy’ come primo singolo si è rivelata azzardata). Grazie a questo disco dal vivo il frontman è ancora lì, di fronte a noi, a sudare e urlare come un pazzo. L’energia trasmessa on stage, un talento fuori dal comune, la voce con cui sapeva trasformare il dolore in catarsi, autenticità in arte e passione nelle relazioni, sono contenuti in questi solchi digitali. Lo scorso giugno ho avuto la fortuna di assistere ad uno dei suoi ultimi concerti, durante l’edizione francese del Download Festival, e nulla faceva pensare al tragico gesto. La notorietà del personaggio e le connessioni con l’altro suicidio che ha sconvolto l’ambiente della musica, quello di Chris Cornell, hanno scatenato i media e improvvisamente storie di depressione, dipendenze da droghe e molestie sessuali hanno preso il sopravvento sulle canzoni. A fine ottobre la band ha organizzato all’Hollywood Bowl di Los Angeles un commovente evento in sua memoria, trasmesso in streaming in tutto il mondo, al quale hanno partecipato tra gli altri Jonathan Davis, Oliver Sykes e membri di System Of A Down e Avenged Sevenfold, ma il tributo più forte rimane questo. Per quanto i Linkin Park abbiano costruito la propria carriera su produzioni costose e show mastodontici, non verrete rapiti dalla potenza dei suoni ma dall’onestà della loro esibizione, chiusa con una potente versione di ‘Bleed It Out’ cantata a squarciagola da tutto il pubblico, e di un messaggio che arriva al cuore. In scaletta emergono classici come ‘Crawling’, in una struggente versione per piano e voce che non fa rimpiangere l’originale di ‘Hybrid Theory’, ‘What I’ve Done’ o ‘Numb’.