In matematica, il termine singolarità indica un punto in cui un ente matematico degenera ovvero perde parte delle proprietà di cui gode negli altri punti generici, i quali per contrapposizione sono detti regolari. In un punto singolare, per esempio, una funzione o le sue derivate possono non essere definite e nell'intorno del punto stesso tendere ad infinito. In fisica, i punti singolari sono quelli in cui si verifica una singolarità matematica delle equazioni di campo e nella teoria della relatività una singolarità gravitazionale è un punto nel cui intorno l'attrazione gravitazionale tende ad infinito. La meditazione trascendentale ha spinto il produttore di Kingston upon Thames, che ricordiamo per la collaborazione con Coldplay e Brian Eno, a guardare all’infinito e rendere la propria musica ancora più metafisica. Attualmente Jon Hopkins viene visto dagli addetti ai lavori, come in passato è successo a Burial o Nicolas Jaar, alla stregua di uno stregone capace di tutto. Di sicuro ‘Singularity’ segna un ulteriore progresso rispetto a ‘Immunity’, è pensato come un’unica traccia suddivisa in spezzoni di diversa lunghezza e forma e vede la partecipazione tra gli altri di Emma Smith, Leo Abrahams e Cherif Hashizume. Un lavoro psichedelico e malinconico (‘C O S M’ e ‘Luminous Beings’), che rapisce con i suoi passaggi più epici (su tutti ‘Emerald Rush’ e ‘Neon Pattern Drum’) ma, come previsto dall’artista, lascia il segno nella sua globalità e immensità. Oltre l’elettronica che conosciamo.