Avevo sentito parlare di questa artista francese ma non mi sono interessato veramente finché non l'ho vista all'opera di spalla a Spiritual Front e Rabia Sorda. Il suo show essenziale e letale mi ha colpito e subito sono andato alla ricerca di quelle tracce tanto corrosive nella loro versione in studio, spesso più pulita e organica. 'Between Hope & Danger' è senza dubbio il lavoro più completo e ambizioso pubblicato fino a questo momento da Hélène De Thoury, nota per i suoi progetti Phosphor e Minuit Machine e mente dietro all'etichetta Synth Religion (che solamente con l'adesivo “Forgive me for my synths” ha fatto breccia nel mio cuore e avrebbe meritato uno speciale su :Ritual:). Il suo non è un revival minimal synth fine a sé stesso ma ricco di variazioni sul tema e l'apporto lirico mette alle spalle l'ascoltatore ponendolo di fronte a continui contrasti. Davanti al “punto di non ritorno” oppure ad uno “spazio vuoto” chiunque dovrà come minimo porsi degli interrogativi, chiedersi se in bilico tra “bugie e luce” sarà possibile trovare una via d'uscita prima di essere sopraffatti da un suono così potente e feroce. A pezzi chiaramente “gotici” come 'Éternité ' vengono alternati retaggi darkwave ed altre soluzioni melodiche studiate per il dancefloor. A colpire è però la compattezza generale, la capacità dell'artista, che peraltro si muove in territori sonori non solcati da molti e di sicuro non mainstream, di arrivare al dunque col proprio messaggio. 'Live To Die Another Day' e 'Winter Dreams' le altre gemme in scaletta.